Era passata mezzanotte quando le guardie giurate che sorvegliano la sede di Sky a Rogoredo, periferia Sud di Milano, si sono accorte di un uomo che cercava di entrare. Urlava cose difficili da comprendere ed era alterato. I soccorritori del 118, chiamati quando ha avuto un malore, pensavano di intervenire per una intossicazione etilica, cioè per un ubriaco caduto a terra, ma davanti si sono invece trovati un giovane già in arresto cardiaco.
Le telecamere hanno ripreso tutto quanto è successo. L’uomo – Giovanni Sala, un trentaquattrenne palermitano che abitava in provincia di Varese, con precedenti per reati contro la persona, come maltrattamenti in famiglia e stalking – si è avvicinato alla sede del gruppo televisivo, ma le guardie lo hanno allontanato. Si è avvicinato più volte, ha continuato a girare nella zona, anche pericolosamente in mezzo alla strada ed è andato avanti ad urlare, si è tolto la maglietta e ha anche cercato di scavalcare la recinzione.
I due vigilantes, che hanno nel frattempo chiamato le forze dell’ordine, sono usciti e lo hanno bloccato a terra, prono. Uno si è messo sopra, cercando di tenerlo fermo con un ginocchio e lui ha avuto il malore. Quando le guardie si sono accorte di cosa era successo, hanno chiamato i soccorsi e intanto hanno cercato di rianimarlo, utilizzando anche il defibrillatore. L’ambulanza lo ha portato all’ospedale San Raffaele dove i medici hanno però potuto solo constatarne il decesso. La indagini, coordinate dal pm Alessandro Gobbis, sono affidate alla squadra mobile, guidata da Marco Calì, che ha subito acquisito le immagini delle telecamere che hanno ripreso l’intera scena.
Il pm ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e iscritto le due guardie. Un atto dovuto in vista dei prossimi accertamenti, a partire dall’autopsia. Sarà l’autopsia, che verrà eseguita nei prossimi giorni, a stabilire esattamente cosa sia successo e perché il trentaquattrenne sia deceduto e si aspetta il risultato degli esami tossicologici per capire quale era il suo tasso alcolico e se aveva assunto altre sostanze. A un primo esame non aveva ferite né traumi. Di certo le molte telecamere non mostrano nulla di simile a quanto accaduto a George Floyd, il 46enne ucciso il 25 maggio 2020 a Minneapolis da un agente di polizia che, ripreso in un video, si era inginocchiato sul suo collo per oltre nove minuti.