LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – La premier Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, accompagnate dalla commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson, sono arrivate a Lampedusa. Erano a bordo dell’aereo di Stato italiano. Le loro dichiarazioni congiunte sono in programma alle 11.20 nell’aeroporto. Ad accogliere Meloni e von der Leyen il governatore Renato Schifani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il prefetto di Agrigento Filippo Romano. A un gruppo di decine di persone che hanno sbarrato la strada al convoglio di auto diretto all’hotspot, la presidente del Consiglio ha detto “Stiamo facendo il possibile. Come sempre io ci metto la faccia”. I manifestanti minacciavano di non liberare la carreggiata senza un colloquio con le autorità. Sono scesi dalle auto anche von der Leyen e il ministro Piantedosi. Dopo qualche momento di tensione e il colloquio, i cittadini hanno sgomberato la strada.
La premier ha poi parlato con il vicesindaco, Attilio Lucia: “A Meloni abbiamo detto di sollecitare la soluzione della situazione dei barchini: lei ha visto con i propri occhi la situazione, è una bomba ecologica, un brutto inquinamento ambientale. Ci ha garantito che in 4-5 giorni verranno tolte le barche. I pescatori non possono uscire a pescare, ogni volta che lo fanno hanno 10-12mila euro di danni perché le reti si incagliano nei relitti. Le abbiamo detto che qua la situazione è particolare, siamo preoccupati perché questa è un’isola di 20 chilometri quadrati, non può assistere a questo flusso di migranti”.
Presente nell’isola anche il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, che ha incontrato un centinaio dei lampedusani contrari alla creazione di una tendopoli nell’ex base Loran. Decine di residenti avevano appese al collo, o per le mani, delle bustine di camomilla perché ieri, quando la conversazione telefonica fra il questore e uno dei manifestanti – Giacomo Sferlazzo – si era accesa, per stemperare era stato concordato l’incontro “per prendere una camomilla assieme”. Gli isolani hanno offerto una bustina di camomilla al questore e gli hanno chiesto di poter incontrare la premier. “Il vento è cambiato, pretendiamo che chiunque venga a Lampedusa debba passare dalla piazza – ha detto, megafono in mano, Sferlazzo – e ci debba dire: state tranquilli perché stiamo lavorando per la vostra pace e per garantire i diritti dei migranti. Fino a quando non fanno così è meglio che non vengono. I lampedusani attenderanno un invito all’incontro con la Meloni. E se non arriverà solleciterò tutti ad andare in aeroporto per manifestare e protestare. Vogliamo il dialogo”.
Ieri 23 nell’isola approdi con oltre mille profughi. Alle 7 di stamattina nell’hotspot di contrada Imbriacola c’erano 1.950 ospiti. Alcuni migranti hanno riferito di essere salpati da Zawia, in Libia, pagando 4 mila dollari a testa. Nelle prossime ore è previsto il trasferimento di 640 persone a Catania con la nave Veronese; nella città etnea sono già presenti centinaia di profughi ospitati dall’ex hub vaccinale di via Forcile.