Il governo riscrive la norma sul caro voli per le isole, che aveva innescato una rivolta da parte delle compagnie aeree, in primis Ryanair. E i sindacati parlano apertamente di una ‘marcia indietro’. In un emendamento al decreto asset l’esecutivo, anche per eventuali obiezioni della Commissione europea, elimina il tetto ai prezzi (200% del costo medio), e per limitare l’utilizzo degli algoritmi affida poteri all’Antitrust che verificherà l’eventuale iniquità del prezzo della compagnia aerea in base ai principi di abuso di posizione dominante e di intesa restrittiva della concorrenza. Il dl Asset è in discussione al Senato. Il Mimit spiega che l’emendamento ‘irrobustisce’ gli strumenti di prevenzione e contrasto della speculazione e a differenza dell’impostazione originaria, che ‘inibiva’ l’utilizzo della tecnica del prezzo dinamico oltre una certa soglia, ‘affida’ al Garante per la concorrenza “l’esame in concreto del fenomeno speculativo dotandolo di penetranti poteri”.
Per cui non si tratta di “una retromarcia”, sottolinea il ministero di Via Veneto. L’Antitrust potrà, infatti, aprire un procedimento nei confronti delle compagnie aeree se il prezzo dei biglietti aumenterà del 200% o oltre sulle rotte per le isole: Sicilia e Sardegna, in coincidenza con disastri naturali e nei periodi di vacanza quando c’è un picco della domanda. “Abbiamo proposto una revisione di quella normativa perché qualcuno l’aveva erroneamente interpretata come un tetto alla tariffa. Ma non è così”, afferma il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. “Le misure raggiungono lo stesso obiettivo, conferendo specifici e maggiori poteri all’Autorità per la concorrenza e il mercato e all’Autorità dei trasporti”, spiega il ministro, sottolineando che “rimane il riferimento al +200%, come elemento indicativo affinché l’Antitrust possa attivarsi”.
Critici però i sindacati di categoria che definiscono la mossa del governo una “marcia indietro, un passo indietro”, lasciando intendere che alla fine l’ha spuntata il numero uno di Ryanair, Michael O’Leary, che aveva definito il decreto come ‘spazzatura’. “L’ennesima marcia indietro del governo per contrastare il caro-voli non stupisce”, afferma il segretario generale della Filt Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu. “Non sono specificate bene neppure le azioni che dovranno essere messe in atto in base alla profilazione web”, attacca, concludendo: “In poche parole l’elefante ha partorito un topolino”. Per il segretario generale della Uil Trasporti Sardegna, William Zonca, si tratta di “una mossa non coraggiosa” da parte del governo che invece “doveva tenere la barra dritta su questa idea del tetto massimo”. Per i consumatori dell’Unc “bene” eliminare il tetto del 200%, che “di fatto avrebbe reso la norma inapplicata”, affermano, ma chiedono che l’Antitrust intervenga non solo per abuso di posizione dominante ma anche “per pratica commerciale scorretta”. Per Assoutenti le novità annunciate oggi “non appaiono ancora sufficienti a superare le criticità del settore”.