PANTELLERIA – È sconvolta Pantelleria per l’ennesimo episodio di violenza: la scorsa notte un uomo ha gettato del liquido infiammabile sul corpo della compagna e le ha dato fuoco. La 48enne, Anna Elisa Fontana, che lavora in un albergo dell’isola, un matrimonio alle spalle, si trova adesso ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale Civico di Palermo, con ustioni sul 90% del corpo. Fermato il compagno, Onofrio Bronzolino, di 52 anni, operaio che lavora nel settore edile, separato. È rimasto ustionato al volto con il ritorno di fiamma e rischia di restare cieco ed anche lui è ricoverato al Civico, ma nel reparto di Chirurgia plastica, non è ritenuto in pericolo di vita.
L’aggressione è avvenuta in casa in via Maggiulovedi. La coppia aveva una relazione da circa due anni: entrambi con matrimoni alle spalle, lei con cinque figli avuti dal marito, quattro dei quali già grandi che vivono in altre abitazioni di Pantelleria. Sono in corso le indagini da parte dei carabinieri di Trapani, mentre non è ancora chiaro il movente dell’aggressione. Si sa che spesso vi erano litigi tra i due, l’ultimo, ieri sera, sarebbe iniziato per strada vicino a un bar. Il contrasto tra i due sarebbe continuato e si sarebbe accentuato a casa loro.
Lui si sarebbe procurato la bottiglia di benzina andandola a prendere fuori di casa e poi facendo rientro. Dopo l’aggressione, la donna avrebbe avuto la lucidità di chiamare i soccorsi, dopo essersi messa sotto la doccia. Sul posto sono arrivati anche i pompieri perché si temeva un incendio, insieme al personale del 118 e ai carabinieri. Sono queste ricostruzioni frammentarie perché la Procura di Trapani ha imposto il più stretto riserbo sulla vicenda che è ancora in gran parte da ricostruire.
Intanto una marcia silenziosa contro l’ennesimo episodio di violenza sulle donne è stata organizzata mercoledì 27 settembre alle 20.30 con partenza da piazza Cavour, dall’amministrazione comunale di Pantelleria, guidata dal sindaco Fabrizio D’Ancona che ha voluto inviare un pensiero ad Anna Elisa Fontana: “Dietro al tuo nome, c’è una mamma, una donna e un’amica. In tanti piangono per le tue condizioni di salute in questo momento, ma noi vorremmo fermarci a quell’attimo prima in cui hai avuto paura, hai avuto paura di un uomo che ha provato con la sua forza a oscurare la tua bellezza. Avresti potuto chiedere aiuto un giorno o un mese prima, ma – aggiunge il primo cittadino – nessuno può giudicare queste situazioni se non si vivono, ma soprattutto nessuno le dovrebbe vivere. Nessuno ora può rimediare al male che ti ha travolta, ma educando i nostri figli maschi a essere uomini migliori e a non prevaricare le donne con la violenza, insegnando alla nostre figlie a essere donne forti e coraggiose anche nel saper chiedere aiuto, potremmo oggi in tuo nome evitare che ci sia un’altra storia come la tua”.