Conclusa la spedizione scientifica che, fra quelle italiane, si è spinta più a nord per raccogliere nuovi dati utili a studiare lo stato di salute dell’Artico. Condotta nell’ambito del progetto europeo Eleno dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, è stata la prima missione del nostro Paese a raggiungere la latitudine di 90 gradi a nord. “È stato emozionante avere avuto la possibilità di raccogliere campioni unici per ricostruire il puzzle del funzionamento dell’ambiente marino artico”, dice Maurizio Azzaro, coordinatore del progetto e responsabile della sede del Cnr-Isp a Messina.
“Il sistema Artico è infatti in rapido cambiamento e la conoscenza del ruolo dei microbi, ad esempio, è ancora tutta da approfondire. Il progetto – aggiunge – prevede anche lo studio delle microplastiche presenti per capire quanto l’oceano Artico sia compromesso da questa minaccia globale”. Il direttore del Cnr-Isp, Carlo Barbante, osserva che “finora le campagne italiane oceanografiche in Artico sono state svolte principalmente tra le Isole Svalbard, Norvegia e Groenlandia” e che “questa è la prima volta che italiani arrivano fino al Polo Nord geografico per fare ricerca, un risultato ottenuto grazie all’attività dell’Istituto di scienze polari del Cnr che da quando è nato, nel 2019, è impegnato a studiare tutti gli ecosistemi polari a tutte le latitudini”.
Per l’esperto “è veramente impressionante navigare a queste latitudini e trovare così poco ghiaccio marino, un segno evidente del riscaldamento globale. Brabante osserva che “ciò che accade a questo ecosistema riguarda anche noi, non rimane confinato all’Artico. Per questo motivo essere arrivati a fare ricerca a questa latitudine rappresenta una tappa fondamentale per lo studio dei cambiamenti climatici”.