“Continuo a dire che di fronte ai flussi non risolveremo mai il problema parlando di redistribuzione. L’unico modo di affrontare seriamente il problema è fermare le partenze illegali. Questo è quello che ci chiedono i cittadini ma anche i rifugiati”. Queste le parole della premier Giorgia Meloni a Lampedusa. Accanto a lei la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che sull’emergenza migranti ha annunciato la presentazione di un piano d’azione in dieci punti: “Sono qui per offrire una risposta coordinata tra le autorità italiane e quelle europee”. Possibili nuove missioni navali, rimpatri più veloci e corridoi umanitari per l’immigrazione legale.
Per Meloni “se qualcuno pensasse che di fronte alla crisi globale in atto la questione si potesse chiudere così prenderebbe un abbaglio. Siamo a una portata tale di flussi che se non lavoriamo tutti insieme saranno investiti prima gli stati di frontiera e poi tutti gli altri. E’ un problema che coinvolge tutti e da tutti va affrontato e la presenza della von der Leyen è un segnale di consapevolezza. I primi segnali di questa strategia condivisa dall’Ue e dal Consiglio Ue è il memorandum siglato con la Tunisia, un segnale molto importante, su cui oggi bisogna essere veloci, incisivi nell’implementazione del memorandum che può essere propedeutico ad altri accordi con altri Paesi del Nord Africa. È un’Europa che dimostra di offrire un contributo chiedendo un contributo in cambio”.
La premier e la presidente della Commissione europea, accompagnate dalla commissaria europea per gli Affari interni Ylva Johansson, sono arrivate a Lampedusa con un aereo di Stato italiano. Ad accoglierle il governatore Renato Schifani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il prefetto di Agrigento Filippo Romano. A un gruppo di decine di persone che hanno sbarrato la strada al convoglio di auto diretto all’hotspot, la presidente del Consiglio ha detto “Stiamo facendo il possibile. Come sempre io ci metto la faccia”. I manifestanti minacciavano di non liberare la carreggiata senza un colloquio con le autorità. Sono scesi dalle auto anche von der Leyen e il ministro Piantedosi. Dopo qualche momento di tensione e il colloquio, i cittadini hanno sgomberato la strada.
La premier ha poi parlato con il vicesindaco, Attilio Lucia: “A Meloni abbiamo detto di sollecitare la soluzione della situazione dei barchini: lei ha visto con i propri occhi la situazione, è una bomba ecologica, un brutto inquinamento ambientale. Ci ha garantito che in 4-5 giorni verranno tolte le barche. I pescatori non possono uscire a pescare, ogni volta che lo fanno hanno 10-12mila euro di danni perché le reti si incagliano nei relitti. Le abbiamo detto che qua la situazione è particolare, siamo preoccupati perché questa è un’isola di 20 chilometri quadrati, non può assistere a questo flusso di migranti”. In totale la visita è durata circa tre ore.
Presente nell’isola anche il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, che ha incontrato un centinaio dei lampedusani contrari alla creazione di una tendopoli nell’ex base Loran. Decine di residenti avevano appese al collo, o per le mani, delle bustine di camomilla perché ieri, quando la conversazione telefonica fra il questore e uno dei manifestanti – Giacomo Sferlazzo – si era accesa, per stemperare era stato concordato l’incontro “per prendere una camomilla assieme”. Gli isolani hanno offerto una bustina di camomilla al questore e gli hanno chiesto di poter incontrare la premier. “Il vento è cambiato, pretendiamo che chiunque venga a Lampedusa debba passare dalla piazza – ha detto, megafono in mano, Sferlazzo – e ci debba dire: state tranquilli perché stiamo lavorando per la vostra pace e per garantire i diritti dei migranti. Fino a quando non fanno così è meglio che non vengono. I lampedusani attenderanno un invito all’incontro con la Meloni. E se non arriverà solleciterò tutti ad andare in aeroporto per manifestare e protestare. Vogliamo il dialogo”.
Ieri 23 nell’isola approdi con oltre mille profughi. Alle 7 di stamattina nell’hotspot di contrada Imbriacola c’erano 1.950 ospiti. Alcuni migranti hanno riferito di essere salpati da Zawia, in Libia, pagando 4 mila dollari a testa. Nelle prossime ore è previsto il trasferimento di 640 persone a Catania con la nave Veronese; nella città etnea sono già presenti centinaia di profughi ospitati dall’ex hub vaccinale di via Forcile.