I suoi lunghi capelli, un sorriso malinconico e una giacca rossa: Marisa Leo, l’ennesima vittima di femminicidio, uccisa mercoledì sera a colpi di fucile dall’ex compagno Angelo Reina a Marsala è stata raffigurata così sui muri di Porta Garibaldi, su un murales dell’artista Fabio Ingrassia con accanto la scritta “La mia essenza non è merce di scambio, stop violenza”. E mentre sono tutti sotto shock per questo terribile delitto, si indaga ancora su questo omicidio-suicidio. Sul luogo dove l’uomo si sarebbe tolto la vita, a ridosso del cavalcavia, sono state trovate due armi: il fucile dal quale sarebbe stato esploso il colpo che lo ha ucciso, trovato per terra e una pistola rinvenuta, invece, in auto. Pare che l’uomo con quel fucile si sia sparato e che poi sia volato giù dal cavalcavia dove, appunto, è stato ritrovato il suo corpo senza vita.
LE INDAGINI. E’ un omicidio che preparava da tempo quello che ha commesso Angelo Reina, uccidendo a colpi di carabina calibro 22 l’ex compagna Marisa Leo. E’ quanto emerge dalle indagini condotte dalla squadra mobile di Trapani. Reina, nelle ultime settimane, aveva noleggiato un’auto e a bordo i poliziotti hanno trovato altri proiettili della stessa arma utilizzata per uccidere la Leo, così come scrive Repubblica. E’ stato lo stesso titolare dell’agenzia di noleggio a presentarsi davanti gli investigatori. Ma Reina aveva anche fatto pedinare l’ex compagna con un investigatore privato. L’uomo si è presentato spontaneamente in questura a Trapani.
LA BAMBINA NON SA DELLA TRAGEDIA. E in questa immane tragedia l’altra vittima è la piccola di quattro anni che, in un attimo, è diventata orfana di entrambi i genitori. “Alla piccola ho detto che la mamma è fuori per lavoro. Una bugia, non vedrà mai più mia sorella”. Mauro Leo, unico fratello di Marisa, racconta il dramma che è piombato sulla famiglia. “Io mi considero già padre e madre della mia nipotina – aggiunge Mauro, consulente del lavoro -. Non ho trovato le parole per dirle cos’è successo. È stato già faticoso trovarle per i miei genitori: mia madre, 68 anni; mio padre, 80. Entrambi col cuore a pezzi, incapaci di reagire, inebetiti dalla violenza che si è abbattuta su di noi”. La bimba si trova nella casa dello zio a Salemi, dove gioca coi cuginetti ed è circondata pure dall’affetto dei nonni.
“NESSUNO SI SENTA LASCIATO SOLO”. “I familiari e la bambina di Marisa Leo verranno ora seguiti da un’equipe di assistenti sociali e psicologi del Centro per la famiglia”, assicura il sindaco di Salemi Domenico Venuti. Non sarà facile far sapere alla bambina che la mamma è stata uccisa dal papà. “In quest’ora particolarmente buia mi rivolgo a voi con la discrezione e il garbo richiesti in momenti come quello che stiamo vivendo, per esprimere vicinanza e prossimità, animato dal sincero desiderio e dal profondo bisogno di partecipare, con autentico rispetto, del dolore di tutti”, ha detto il Vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Angelo Giurdanella, in un messaggio rivolto alla famiglia Leo, alla comunità di Salemi e al parroco don Vito Saladino. “La piccola figlia di Marisa oggi, nella sua tenera età, conosce un dolore grande e incomprensibile, vedendo venir meno la presenza di riferimenti significativi per la sua crescita – ha scritto monsignor Giurdanella – il dramma che si è appena consumato mi raggiunge profondamente, mi turba e mi ferisce. La vostra sofferenza è così intima e violenta che sento solo il desiderio di stringermi a voi come padre e come pastore per confermarmi con voi nella consapevolezza di quanto sia prezioso l’amore, di quanto siano necessari l’affetto sincero, la cura, la prossimità. Nessuno si senta lasciato solo”.