LAMPEDUSA – L’emergenza di Lampedusa smuove anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che domani sarà nell’isola su invito della premier Giorgia Meloni. Una tappa inserita prima di volare a New York, dove von der Leyen resterà fini alla metà della prossima settimana per l’assemblea generale dell’Onu.
Intanto nell’isola si vivono momenti drammatici. Un bimbo è nato sul barchino, durante la traversata, ed è morto subito dopo. La salma è stata sbarcata al molo Favarolo. Sulla “carretta”, soccorsa da una motovedetta della capitaneria di porto, viaggiavano una quarantina di migranti tra cui la mamma del piccolo, che durante la traversata ha iniziato ad avere le contrazioni e ha partorito, aiutata da alcuni compagni di viaggio. Il neonato sarebbe morto subito dopo il parto senza potere essere soccorso, ma sulla tragedia sono ancora in corso accertamenti. Appena attraccata l’imbarcazione la salma del bimbo è stata portata a terra dopo essere stata sistemata in una bara bianca e portata al cimitero di contrada Imbriacola.
Tutto questo nella mattina in cui è scattata la protesta: un centinaio di lampedusani, con il vice sindaco Attilio Lucia in testa, ha bloccato via Vittorio Emanuele, all’incrocio con via Ariosto. Interrotto il traffico verso il municipio, con diverse auto incolonnate e anche un’autogrù. La protesta è esplosa quando, fra gli isolani, si è diffusa la notizia che nell’ex base militare Loran verrà creata una tendopoli e che sul traghetto di linea in arrivo al porto, ci sono mezzi e attrezzature dell’esercito. “Adesso basta, adesso basta, adesso basta!”, è l’urlo dei manifestanti. “Lampedusa non può più sopportare tutto questo, non ce la possiamo fare. Lampedusa è nostra e non del governo o dell’Unione europea”. A comporre il cordone del blocco stradale ci sono anziani, ma anche tanti giovani e donne con bambini in braccio. “Da oggi Lampedusa dice basta – urla il vice sindaco della Lega, che indossa la fascia tricolore -. Questa non è accoglienza, Lampedusa non può accogliere 200mila migranti. Lampedusa libera”. E arriva un applauso scrosciante. “Il Governo deve mettere due navi in rada – continua il vicesindaco -. Il sindaco è da 9 mesi che lo chiede e ripete, Lampedusa deve essere bypassata. Questo è un governo fallimentare”.
“Andiamo in massa, perché non deve essere creata alcuna tendopoli, altrimenti tutti abbandoneremo l’isola”: urla al microfono Giacomo Sferlazzo del movimento Mediterraneo Pelagie, che per giorni ha tenuto un sit-in davanti al municipio. Intanto si alzano sempre di più i numeri sulle presenza di immigrati nell’isola: la Croce Rossa fa sapere che sono circa 2.500 le persone presenti in hotspot stamattina. “Volontari e operatori stanno continuando incessantemente a garantire beni di prima necessità e prima accoglienza”, scrive in una nota.
Il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, cerca di rassicurare gli animi: “Non si tratta della creazione di un nuovo hotspot, che invece è in fase di realizzazione a Porto Empedocle. Lampedusa è stata esclusa totalmente dal prefetto Valerio Valenti e dal prefetto di Agrigento Filippo Romano per la nascita di nuove strutture d’accoglienza. Queste tende che verranno portate sull’isola sono per noi. Non abbiamo dove far dormire il personale, abbiamo bisogno quando c’è un fatto di questo genere di molto più personale”, ha spiegato il questore. Ricifari ha garantito che arriverà sull’isola domattina e incontrerà gli isolani nella piazza della chiesa di San Gerlando.
Visti i massicci arrivi a Lampedusa, il governo tedesco vuole continuare ad accogliere volontariamente migranti dall’Italia attraverso il meccanismo di solidarietà interrotto di recente. A comunicarlo l’agenzia tedesca Dpa, segnalando una dichiarazione del ministro dell’Interno federale, Nancy Faeser: le procedure di accoglienza volontaria erano state sospese “perché l’Italia non ha mostrato alcuna volontà di riprendersi persone attraverso la procedura di Dublino”. Ma ha subito aggiunto, “ora, naturalmente, è chiaro che adempiamo anche al nostro obbligo di solidarietà”.