C’è anche il Simeto tra i 12 fiumi italiani, in cui il 35% circa degli oggetti dispersi è di plastica monouso. E’ quanto emerge dai risultati di un’attività di monitoraggio dell’Ispra, durata 12 mesi e svolta in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile e Nauta, che ha individuato macro rifiuti galleggianti di grandezza maggiore di 2,5 cm su 12 fiumi in Italia: oltre al Simeto, appunto, anche Adige, Agri, Magra, Misa, Neto, Ombrone, Pescara, Po, Reno, Sarno e Tevere. I risultati preliminari evidenziano che i fattori che più influenzano la presenza dei rifiuti dispersi negli ambienti fluviali derivano da insediamenti urbani.
La larga maggioranza (circa l’85%) degli oggetti avvistati sono costituiti da materiali di plastica, seguiti dagli oggetti di carta (circa 5%) e di metallo (3%). Inverno e primavera le stagioni con il maggior numero di oggetti avvistati. La maggior parte dei rifiuti deriva da attività legate alla produzione e consumo di alimenti, anche se per molti oggetti non è stato possibile identificarne l’uso originale a causa della dimensione estremamente ridotta dei frammenti rilevati. I tracciatori rilasciati nei fiumi hanno invece evidenziato come lo spostamento sia quasi sempre intermittente, con un forte effetto di intrappolamento lungo il corso del fiume. I rifiuti vengono nuovamente mobilizzati da significative variazioni di portata, ma generalmente compiono percorsi brevi, fermandosi in numerose aree di accumulo differenti prima di giungere a mare.