CATANIA – Quattro ivoriani e un guineano sono stati arrestati dalla polizia di Catania e Genova nell’ambito dell’inchiesta “Landayà bis’ della Dda etnea su una banda internazionale che organizzava viaggi di migranti. Il provvedimento fa seguito a un fermo eseguito nell’aprile scorso nei confronti di 25 indagati: 13 erano già in carcere, cinque sono stati arrestati e sette, che sono all’estero, sono ancora irreperibili.
L’articolato sodalizio, formato da più cellule operative in Africa (Libia, Guinea, Costa d’Avorio, Tunisia e Marocco), in Italia (a Genova, Torino, Asti, Cuneo e Ventimiglia) e in Francia, dietro pagamento di somme di denaro – da 200 a 1.200 euro – assicurava ai migranti (donne, uomini, bambini e addirittura neonati) la “gestione” dei viaggi per raggiungere altri paesi dell’Unione europea, in particolare la Francia. In alcuni casi i criminali oltre al denaro chiedevano in cambio prestazioni sessuali: nelle conversazioni intercettate infatti a volte si scambiavano pareri sulla bellezza e le fattezze fisiche delle migranti.
In pratica l’organizzazione era in grado di garantire al profugo la realizzazione del progetto nella sua interezza, dal paese di origine a quello di destinazione, attraverso paesi di mero transito (tra i quali l’Italia), utilizzando treni e macchine (più raramente sentieri di montagna) e offrendo tutti i servizi necessari allo “sconfinamento”: lo spostamento del migrante dal centro cui veniva affidato in accoglienza dallo Stato italiano – o, comunque, dal luogo dove si trovava – fino al sito dal quale operare il travalicamento dei confini, la fornitura eventuale di documenti falsi (anche di tipo sanitario quali finti green pass, falsi esiti del test Covid e patenti di guida), la presa in carico del migrante una volta raggiunto sul luogo in prossimità del confine, l’offerta di ospitalità, la reiterazione dei tentativi di sconfinamento, la presa in carico a opera di altri membri una volta raggiunta la Francia.
Il gruppo risultava avere struttura fluida perché capace di adattarsi. Non c’era un capo all’apice, ma quattro capi/organizzatori sinergicamente attivi con metodi illeciti. Le indagini sono state avviate seguendo il caso di una minorenne straniera non accompagnata arrivata ad Augusta il 25 gennaio del 2021, collocata in una struttura nel Catanese ma fermamente intenzionata a raggiungere la Francia seguendo le indicazioni avute in Libia da una donna che le aveva dato anche un contatto telefonico di che avrebbe dovuto aiutarla in Sicilia. Sono emerse subito le presenze di guineani e ivoriani coinvolti nel trasferimento in Francia.