Un appiglio che si stacca, su una via molto facile, di secondo grado, considerata poco più impegnativa di un ripido sentiero, nella stagione giusta per percorrerla: secondo il racconto dei testimoni, c’è questa banale causa all’origine della doppia tragedia avvenuta all’alba di oggi sull’Ortles, la vetta più alta di tutto il Trentino Alto Adige (3.905 metri). Quell’appiglio ha tradito il primo di una comitiva di sette alpinisti, tra tedeschi di Monaco e romeni residenti a Vicenza: due gruppi distinti, in realtà, che stavano casualmente condividendo la salita verso questa famosa cima. “Quei due gruppi erano arrivati da noi ieri sera, oggi avevano fatto colazione verso le 5 e poco dopo, come da programma, erano partiti per raggiungere la vetta” raccontano i gestori del rifugio Payer, situato a 3.029 metri e utilizzato dagli alpinisti come punto di partenza per l’ascesa finale dell’Ortles: da qui, infatti, si parte per l’ultimo tratto di circa 900 metri e bisogna farlo alle prime luci del giorno per limitare i pericoli collegati alle ore più calde.
Le due comitive erano partite insieme verso le 6: la tragedia è avvenuta circa 20 minuti più tardi, su un tratto facile a circa 3.100 metri di quota in un tratto roccioso e privo di neve della via normale, come racconta Olaf Reinstadler, capo del Soccorso alpino di Solda e considerato il massimo conoscitore dell’Ortles. Anche oggi Reinstadler ha guidato la sua squadra nei soccorsi, anche se purtroppo non c’era più nulla da fare per le due vittime: un romeno di 46 anni, residente da tempo a Vicenza, e un tedesco di Monaco di 35 anni. Uno dei due (da accertare chi fosse) era in testa alla comitiva, che procedeva in fila indiana, quando è caduto, per l’appiglio che si è staccato, facendolo sbilanciare. “Cadendo ha trascinato con sé altri due escursionisti: uno è precipitato assieme a lui, per almeno 200 metri, mentre un altro, anche lui cittadino romeno residente a Vicenza, per fortuna è riuscito a fermarsi quasi subito, riportando solo la frattura di una caviglia e qualche escoriazione”, racconta Reinstadler.
Gli alpinisti non erano legati tra loro, proprio perché si trattava di un tratto facile della salita, ma se lo fossero stati si sarebbero potuti salvare, spiega Reinstadler. Scattato l’allarme, sul posto, assieme al soccorso alpino di Solda sono intervenuti gli elicotteri di soccorso Elisondrio e Pelikan 3. I soccorritori hanno recuperato, oltre alle salme, anche gli altri membri delle due comitive, i superstiti, tutti sotto shock, trasportandoli a valle. Le due vittime sono le prime del 2023 sull’Ortles, una montagna molto conosciuta e amata ma pericolosa, sulla quale trovano la morte quattro alpinisti in media ogni anno. Da registrare, infine, due morti in montagna in Veneto, sotto al monte Baldo e sul monte Sperone, per un malore e per un incidente.