Le malattie neurodegenerative e in particolare la malattia di Alzheimer rappresentano una delle più grandi sfide in ambito sanitario e medico in un Paese come l’Italia, il secondo più longevo al mondo, e si qualificano come un vero e proprio problema di salute pubblica, in crescita esponenziale, con un forte impatto per il sistema sanitario, sociale ed economico nazionale. Ogni anno il 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Alzheimer’s disease international (Adi) con l’obiettivo di supportare la conoscenza di questa patologia e sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di affrontare questa malattia a livello socio-sanitario e assistenziale.
In occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer anche in Sicilia numerose le iniziative. A Troina l’Irccs Oasi ha organizzato un convegno dal titolo “Malattia di Alzheimer: percorsi di cura e centralità della persona”, nella Sala Martino della Cittadella dell’Oasi. Un evento di sensibilizzazione per meglio conoscere e approfondire questa malattia neurodegenerativa cronica che, solo in Italia, interessa circa 700 mila persone e il cui numero, come paventano gli esperti, sarebbe destinato ad aumentare a seguito del progressivo invecchiamento della popolazione.
L’Irccs Oasi da diversi anni si occupa di questa patologia, grazie a una struttura organizzativa specifica che coniuga ricerca scientifica, ricerca farmacologica, clinica e anche riabilitazione cognitiva che viene effettuata attraverso l’utilizzo delle tecnologie informatiche e multimediali. Una articolata attività costituita da diversi professionisti che operano a livello multidisciplinare. Quest’anno l’Istituto, oltre al convegno, ha voluto anche organizzare, previa prenotazione telefonica allo 0935-936942, quattro giorni di screening gratuiti (18/19/20 e 22 settembre), aprendo dunque gli ambulatori dell’U.O.C. di Psicologia della Cittadella dell’Oasi, a un target di popolazione dai 50 e i 70 anni ai fini di una valutazione cognitiva come: disturbi della memoria, dell’attenzione, del linguaggio e dell’orientamento. Lo screening sta avendo un positivo riscontro, segno che l’iniziativa intrapresa è stata sicuramente apprezzata e dimostra inoltre come sia sentita e forte la sensibilità della collettività su questa malattia.