PALERMO – I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno notificato a Francesco Paolo Valenti, di 38 anni, e Mattea Li Mandri, 59, gestori di una comunità alloggio per anziani, la misura interdittiva del divieto di esercitare attività d’impresa e di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche. Il provvedimento è stato emesso dal gip, su richiesta della procura di Palermo. I due sono l’amministratore della società Giafra sas, che gestisce la casa di riposo per anziani Villa Valenti, e il gestore di fatto della comunità. Sono indagati per sfruttamento del lavoro e abbandono di persona incapace. Le indagini sono state condotte dal nucleo di polizia economico – finanziaria di Palermo, gruppo tutela mercato capitali.
I finanzieri hanno accertato che i lavoratori venivano sfruttati e che gli anziani, persone non autonome, venivano abbandonate a loro stesse. L’amministratore e il gestore, approfittando dello stato di bisogno di 3 dipendenti, non regolarmente assunti, risultati privi di qualifiche per svolgere le mansioni che avevano, a fronte di estenuanti turni giornalieri e senza alcun rispetto della normativa in materia di ferie, permessi e riposi settimanali, avrebbero dato loro compensi di gran lunga inferiori rispetto ai parametri indicati nei contratti collettivi nazionali (circa 2,40 euro l’ora invece di 8,41 euro previsti). Le condotte, riscontrate attraverso intercettazioni audio e video e accurate ricostruzioni documentali, avrebbero permesso agli indagati di ottenere risparmi in termini di versamento di contributi ed oneri previdenziali. La società che gestisce la comunità alloggio è stata sottoposta a commissariamento giudiziale dal tribunale di Palermo, che ha contestualmente nominato un amministratore con il compito di garantire la prosecuzione delle attività assistenziali.
L’indagine ha preso il via da una denuncia presentata dal figlio di una donna ospite della struttura, poi deceduta in ospedale. L’uomo ha raccontato che la madre, portata nella comunità a giugno del 2021, era stata ricoverata a Villa Sofia a gennaio dell’anno successivo e si era spenta 4 giorni dopo. Il ricovero, a dire del familiare, era stato tardivo viste le condizioni di deperimento riscontrate dai sanitari nella madre. Condizioni serie accertate e dichiarate anche dal primario del pronto soccorso di Villa Sofia. “La donna è arrivata in uno stato cachettico, cioè con una perdita di massa muscolare, con difficoltà ad alimentarsi severamente aggravata dalla presenza di una flogosi polmonare, cioè un infiammazione ai polmoni e la perdita di peso era insorto nelle settimane precedenti”, aveva detto il medico. La struttura, secondo le indagini della guardia di finanza di Palermo, è per lo più a gestione familiare. L’amministratore è Francesco Paolo Valenti e il gestore di fatto sua madre, Mattea Li Mandri. Il gip ha anche disposto il sequestro di 8 mila e 500 euro nei confronti degli indagati e della società Giafra sas finita in amministrazione giudiziale. E’ stato sequestrato anche l’immobile della struttura Villa Valenti in via Ruggero Marturano.
Le indagini dei finanzieri hanno fatto emergere che le donne impiegate nel centro Villa Valenti percepivano in nero da 700 euro a 500 fino a 350 euro al mese all’Inps non risultavano dipendenti. E invece Mary, Rosy e Concetta lavoravano ben oltre l’orario di lavoro previsto dal contratto nazionale e venivano retribuite con una paga orario di poco meno di 3 euro l’ora. Ben lontano da 1.300 euro mensili previsti dal contratto di lavoro. Tra l’altro la legge regionale impone diverse figure per la gestione della struttura che secondo quanto accertato dai finanzieri erano previste solo sulla carta. Come accertato dalle riprese delle telecamere piazzate dai finanzieri nella struttura i turni di mattina iniziavano alle 6.30 e finivano alle 13 e 30 quelli di pomeriggio dalla 13 e 30 fino alle 20.30. Il servizio notturno dalle 19.30 alle 7.30. Qualche dipendete faceva anche straordinari e si fermava la notte se era necessario. Una collega aveva trovato un altro lavoro ed era stata assunta in un’altra struttura. “Mary non viene più. Mary ha preso il posto tutto e buono e benedetto – diceva una dipendente al telefono – messa in regola, tredicesima, quattordicesima, le ferie le vacanze. Ha trovato il posto in regola perché lei prendeva il reddito di cittadinanza, l’hanno chiamata e messa in regola. Noi che abbiamo qui, niente”.