Scoppia la polemica sull’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano, dopo che la trasmissione Report ha pubblicato sul proprio profilo Facebook un’intervista in cui si rende noto che la componente della giunta è figlia di Domenico Albano, condannato per mafia. Nuccia Albano in una nota spiega: “Stamattina, mentre stavo partecipando, in qualità di assessore alla Famiglia, alla Commissione antimafia convocata presso la scuola Sperone-Pertini a Palermo, sono stata ‘violentata’ da una giornalista di Report che mi ha sottoposto a una raffica di domande su mio padre. Premetto che è morto 60 anni fa, quando io ne avevo 10. Ho saputo, solo quando sono diventata grande, che aveva avuto problemi con la giustizia e che era stato in carcere. Ho di lui il ricordo di una bambina innamorata del proprio papà e da lui adorata”.
“Sono stata a studiare in collegio dalle suore dall’età di 9 anni e lì ho saputo della morte di mio padre, avvenuta in ospedale, poi, da grande, sono venuta a conoscenza che era stato in detenzione – prosegue -. Sono cresciuta senza la figura paterna e con una madre che mi ha inculcato il desiderio della giustizia e l’amore per la legalità. Tutta la mia vita è testimoniata da questa educazione alla legalità e rispetto della giustizia. L’essere madre e nonna e la mia vita professionale parlano del mio ostinato senso del dovere e della legalità. Mi addolora moltissimo e mi fa sanguinare il cuore che si sia voluto ricordare questa storia. Ma ciò non può cancellare l’amore di figlia per il padre”.
In un’altra nota, apparsa qualche ora dopo, la Albano chiarisce: “Lo ribadisco con il cuore di una figlia che non è cresciuta con il proprio papà, non lo rinnego come padre, e non vedo come una figlia potrebbe rinnegarlo, ma la mia scelta di vita ha sempre preso le distanze dal fenomeno della mafia. Solo perché presa dalla concitazione per l’agguato, tesomi dalla giornalista di Report, ho detto che non rinnego la storia di mio padre. Ma è chiaro che volevo dire che non rinnego mio padre. Ho sempre lavorato all’insegna della giustizia e della trasparenza, valori che ho trasmesso ai miei figli e ai miei nipoti”.
Il deputato regionale di Sud chiama Nord, Ismaele La Vardera, che è anche vicepresidente della commissione regionale antimafia, dice: “La cosa più grave è che la Albano è stata indicata da Totò Cuffaro, a sua volta anche lui condannato per mafia. Non credo che le colpe dei padri debbano cadere sui figli e sono consapevole che Nuccia Albano ha una storia e una carriera importante”. “Lei – prosegue – è stata la prima donna medico legale e, addirittura, è stata tra coloro i quali hanno svolto l’autopsia sul corpo di Giovanni Falcone e di Libero Grassi. Mi chiedo, però, se è normale che questa vicenda sia stata sempre nascosta? Cuffaro sa che l’Albano è figlia di un boss? Renato Schifani sa che un suo assessore è la figlia di un boss?”. La Vardera conclude: “Non mi resta che chiedere all’onorevole Nuccia Albano di chiarire quanto prima e a prendere le distanze dalla mafia e soprattutto da suo padre”.
Parole dure arrivano da parte del segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo: “Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, ma da chi è chiamato a rappresentare la Sicilia non possiamo accettare zone d’ombra. Se umanamente possiamo capire i sentimenti di una figlia, non possiamo, però, accettare parole ambigue da parte dell’assessora. Riteniamo moralmente grave quanto avvenuto e auspichiamo un intervento rapido del presidente Schifani affinché rimuova l’Albano. Non può esserci spazio in nessuna giunta di qualsiasi colore per chi non censura e si dissocia dalla storia più nera e orribile della Sicilia”.
Anche Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale Antimafia, commenta le anticipazioni sulla puntata della trasmissione Report in cui l’assessora Albano dice di non rinnegare e non prendere le distanze dal padre, il boss di Borgetto Domenico Albano: “Il governo regionale ha un problema in più. Mi dispiace per l’assessora Albano che ho conosciuto come una brava persona, ma si pone un problema serio per la Sicilia e la sua credibilità. Non giudico i sentimenti di una figlia verso il proprio padre, ma ricoprire ruoli pubblici impone un supplemento di rigore. Il presidente Schifani risolva con immediatezza il problema”.