Catania

Cdr La Sicilia: "Annunciati licenziamenti collettivi, chiediamo istanza di fallimento"

CATANIA – “L’assemblea di redazione del quotidiano La Sicilia ha invitato il Comitato di redazione del giornale a conferire mandato a un legale affinché appronti un’istanza di fallimento per la società proprietaria della testata. Ciò dopo avere appreso attraverso una pec del socio di maggioranza, Mario Ciancio Sanfilippo, che nell’occasione ha scavalcato l’amministratore unico in carica, fino a ieri impegnato in una trattativa con lo stesso cdr, della volontà di procedere ai licenziamenti collettivi”. È quanto si legge in una nota del cdr del quotidiano di Catania.

“Si tratta, da parte dei giornalisti – prosegue la nota sindacale – di un’iniziativa sofferta e dolorosa, che arriva dopo 9 anni di sofferenze e svariati accordi disattesi, non ultimo quello di maggio in cui si chiedeva alla redazione di farsi carico di una cigs pari al 34%, con riduzione del lavoro domenicale, per garantire il pagamento puntuale delle mensilità a seguire. Come la finestrella di prima pagina continua a testimoniare, la puntualità non è mai stata rispettata e soltanto ieri i giornalisti hanno avuto pagato, ironia della sorte, lo stipendio di luglio. In tutto questo va pure considerato che l’azienda, oltre a retribuire in ritardo tutti i dipendenti del giornale (quindi amministrativi e poligrafici compresi), nonché gli stessi collaboratori (creditori fino a diciotto mensilità), non ha versato ben tre anni di quote del Tfr al fondo pensione complementare. Somme di cui i giornalisti risultano, anche in questo caso, direttamente creditori. Il desiderio di volere attivare le procedure per i licenziamenti collettivi, barattabili soltanto con l’attivazione di una Cigs al 55% e con la sostanziale chiusura dell’edizione del lunedì – continua la nota del cdr – è l’ennesimo atto offensivo di una proprietà che in questi anni ha fatto sedere al tavolo delle trattative consulenti sempre nuovi e sempre più determinati ad apportare tagli a retribuzioni e organico. Ciò per fronteggiare una presunta emorragia pari a centomila euro al mese, che nessuno è stato mai in grado di dimostrare”.

“Tutti i consulenti dell’azienda hanno sempre offerto disponibilità a fornire numeri e documenti, dicendo di voler trattare facendosi fregio della trasparenza: ogni richiesta da parte del cdr è stata puntualmente elusa, con conseguente intorbidamento delle acque che scorrono sempre in una sola direzione. Tagli e licenziamenti. Tagli e licenziamenti – conclude la nota – che vengono minacciati mentre lo Stato ha messo a disposizione dell’editoria fondi per avviare i prepensionamenti: nell’arco di un anno, ma già nel giro di pochi mesi sarebbero ben cinque, otto colleghi potrebbero raggiungere, per quanto con delle perdite economiche significative, il traguardo della pensione. L’azienda invece di correre e attivare tutte le procedure, con importanti risparmi, ha scelto la strada delle lacrime e sangue. Ma non possono essere sempre e soltanto di questa redazione”. Il Cdr ha inoltre precisato che “i licenziamenti non sono condivisi dal direttore del quotidiano Antonello Piraneo”, che ha annunciato di essere pronto ‘a rimettere il mandato e a lasciare l’azienda se tale ipotesi si dovesse concretare’.

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