SIRACUSA – Avrebbe imposto all’agenzia di pompe funebri il pagamento di cento euro per ogni funerale che celebrava. Questa era la tariffa decisa da don Vincenzo Cafra, 51enne parroco della chiesa madre di Sortino, nel Siracusano, arrestato dai carabinieri per estorsione. Le indagini sono partite dalla denuncia del titolare delle pompe funebri e martedì sera i militari dell’Arma hanno colto il sacerdote in flagranza di reato mentre incassava la somma.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la richiesta di denaro da parte di don Cafra rimandava a una tariffa che lui stesso aveva calcolato per la celebrazione della messa funebre. Il parroco è stato posto ai domiciliari e nelle prossime ore comparirà davanti al gip del tribunale di Siracusa per la convalida dell’arresto. Sembra che sia abitudine, in diversi paesi siciliani, che l’agenzia di onoranze funebri, e non la famiglia del defunto, lasci un’offerta alla chiesa; ma nel caso di don Cafra, secondo gli investigatori, non si trattava di una scelta lasciata alla volontà del donatore.
E proprio oggi il papa è tornato a sottolineare che la Chiesa ” non è un supermercato”. “È doloroso – ha osservato nel suo intervento al Sinodo – trovare in alcuni uffici parrocchiali ‘l’elenco dei prezzi’ dei servizi sacramentali come in un supermercato. O la Chiesa è il popolo fedele di Dio in cammino, santo e peccatore, o finisce per essere un’azienda di servizi vari, e quando gli agenti pastorali prendono questa seconda strada, la Chiesa diventa il supermercato della salvezza e i sacerdoti semplici dipendenti di una multinazionale”.
Tornando dunque al caso del prete del Siracusano, i carabinieri, acquisita la dettagliata denuncia e dopo una serie di riscontri, hanno messo in atto la trappola con la complicità di una persona che ha consegnato al parroco i soldi per il funerale. Subito dopo sono intervenuti gli uomini dell’Arma che hanno arrestato il sacerdote con le banconote in mano. “L’intera comunità cittadina è nello sconforto. Sono sicuro che il parroco potrà dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati e sono fiducioso nel lavoro della magistratura”, ha commentato il sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato.
Nessun commento ufficiale della Curia che attende gli sviluppi della vicenda. Nel novembre dello scorso anno, sempre nel paese in provincia di Siracusa, i carabinieri avevano eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Catania, su richiesta della Dda etnea, per cinque persone accusate di illecita concorrenza con minaccia o violenza e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e porto di arma da fuoco. Reati aggravati dal metodo mafioso.
L’indagine del maggio 2020 era seguita alla denuncia del titolare di un’agenzia di servizi funebri di Siracusa per minacce subite da un impresario concorrente per impedirgli l’esercizio dell’attività a Sortino. Sembra che a denunciare sia stata la stessa persona che ha fatto scattare questa seconda indagine. Nei giorni scorsi don Vincenzo Cafra aveva celebrato i funerali di Laura Salafia, la studentessa colpita nel 2010 a Catania da una pallottola vagante, che l’aveva resa tetraplegica per 13 anni.