PALERMO – Una telecamera riprendeva il boss che esciva da una cartoleria, aveva un cappellino e un giaccone. Non temeva di essere scoperto a Campobello di Mazara, Matteo Messina Danaro, che mentre era ricercato da 30 anni andava a salutare, il sabato mattina, la maestra Laura Bonafede con la quale, secondo i magistrati, aveva una relazione. Passava davanti alla casa dell’insegnante nella centralissima via Roma. E non immaginava che lì davanti erano piazzate le telecamere della polizia.
Ma il superlatitante non è mai stato identificato. Ora quelle immagini, recuperate e consegnate dalla polizia alla procura di Palermo dopo l’arresto del boss effettuato dal Ros il 16 gennaio, sono diventate un’altra prova contro Laura Bonafede: il tribunale del riesame ha confermato il carcere per la maestra, figlia del capomafia del paese, ma comunque “una donna stimata a scuola, per le sue lezioni sulla legalità, la pace, la giustizia”, dice chi l’ha conosciuta.
Nelle immagini poi si vede il boss che si allontana da casa della donna dopo oltre un’ora dal suo arrivo. Lei non si muove, con lo sguardo segue ancora l’auto che si allontana. Poi rientra in casa.