f.t.) I fischi, sonori. L’invito a Pelligra, in tribuna accanto a Grella, ad alzare la voce, a farsi sentire. L’accusa ai giocatori di essere senza attributi. Il Massimino boccia il Catania tanto quanto il 2-0 per l’Avellino che vince la quinta partita consecutiva e rischia di diventare il capolinea della gestione Tabbiani, alla terza sconfitta casalinga su sei gare interne.
Match tutto in salita perché dopo appena dieci minuti i rossazzurri, che approcciano male la sfida perdendo subito troppi palloni nella propria metà campo e rischiando a più riprese, sono già sotto per il gol di Marconi, a segno su punizione deviata dalla barriera quanto basta per spiazzare Bethers.
Il Catania, nel quale Ladinetti e Dubickas sfruttano male l’occasione da titolari, ha una fiammata nella fase centrale del primo tempo. Dopo un inserimento di Mazzotta concluso da un tiro debole dal vertice dell’area piccola contenuto da Ghidotti arriva il primo rigore stagionale, conquistato da Bocic, affossato in area da Sannipoli. Dal dischetto, però, Chiricò calcia male facendosi intuire il tentativo di trasformazione indirizzato alla sinistra del portiere.
L’errore dagli undici metri è una mazzata per i rossazzurri che cercano di reagire con due tentativi dello stesso Chiricò ma rischiano ancora per un palo colpito da Mulè con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Palmiero, sull’inzuccata alta di Sannipoli e sulla punizione di Pezzella che Bethers devia in angolo.
Nel secondo tempo non arriva la reazione che ci si attende. Nessuno scatto emotivo, nessuna vera palla gol. L’Avellino controlla senza rischiare nulla e colpisce in contropiede con il nuovo entrato Gori, ben servito da Sgarbi, il migliore in campo. Il raddoppio chiude i conti e fa scoppiare la contestazione con alcuni momenti di tensione in tribuna e lancio di fumogeni in campo.
È il momento peggiore della gestione Pelligra. Toccherà proprio a lui, alla dirigenza, adesso, valutare e capire come intervenire. Anche perché all’orizzonte ci sono tre trasferte consecutive: Brindisi, Potenza e Cerignola. A fine gara lungo vertice tra la proprietà e la dirigenza, il nome che circola già nei corridoi del Massimino è quello di Silvio Baldini.
CATANIA-AVELLINO 0-2
CATANIA (4-3-3): Bethers; Rapisarda, Quaini (33′ st Lorenzini), Curado, Mazzotta (22′ st Castellini); Zammarini, Ladinetti (27′ st Chiarella), Rocca; Chiricò (33′ st De Luca), Dubickas (27′ st Sarao), Bocic. In panchina: Albertoni, Bouah, Silvestri, Maffei. Allenatore: Tabbiani.
AVELLINO (3-5-2): Ghidotti; Cancellotti, Benedetti (17′ pt Palmiero), Mulè; Sannipoli (16′ st Falbo), Lores, Pezzella (33′ st D’Angelo), Armellino, Ricciardi (32′ st Dall’Oglio); Sgarbi, Marconi (16′ st Gori). In panchina: Pane, Pizzella, Casarnini, Tozaj. Allenatore: Pazienza.
ARBITRO: Frascaro di Firenze.
RETI: 10′ pt Marconi, 25′ st Gori.
NOTE: spettatori 17.225. Al 25′ pt Ghidotti para un rigore a Chiricò. Ammoniti: Sannipoli, Bocic, Quaini; Curado, Armellino, Ladinetti, Sarao, Rocca. Angoli: 10-6. Recupero: 3′; 5′.