Sono chiusi nel loro hotel di Gerusalemme, in buona condizioni ma spaventati, 38 cittadini italiani, residenti a Verona, sorpresi durante un pellegrinaggio in Terra Santa dallo scoppio della guerra. Della comitiva fanno parte due neonati, 5 bambini e 6 adolescenti. L’allarme in Italia l’hanno lanciato contattando anche la Regione Veneto e lo stesso Luca Zaia, che ha subito informato la Farnesina, con la quale è in contatto costante. Si tratta di un gruppo confessionale della Chiesa della Restaurazione di Verona.
Da qui erano partiti il 29 settembre: avrebbero dovuto fare ritorno il 7 ottobre. Sbarcati a Tel Aviv, avevano fatto un tour in Cisgiordania e quindi erano giunti a Gerusalemme. Alloggiano all’hotel St. Regis. “Qui non scherzano – dice al telefono Genny Senigallia, 36 anni – abbiamo saputo che avrebbero già preso degli ostaggi stranieri. Gerusalemme pare morta, non transita una macchina. Ieri abbiamo sentito le urla di giubilo dei palestinesi per le vittime israeliane provocati dall’attacco”. “Ieri – prosegue la donna – stavamo andando al Muro del Pianto quando sopra le nostre teste è volato un missile. Non sappiamo come rientrare, e facciamo appello alle nostre autorità diplomatiche. Le uniche compagnie che volavano – conclude – sono Israir e Eiai: chiedevano 1.500 euro per un biglietto per l’Italia, e adesso sono esauriti”.
Il bilancio dell’attacco di Hamas al momento è di centinaia di morti, duemila feriti (almeno 300 gravi), 750 ‘dispersi’, forse prigionieri nei Territori. Americani sono tra le “decine” di ostaggi tenuti a Gaza. Fonti locali nella Striscia sostengono che sono tre le fazioni armate palestinesi di Gaza che tengono in ostaggio civili israeliani, sia morti sia vivi. Le fazioni sono Hamas, Jihad islamica e Brigate dei Martiri di Al Aqsa. Ognuna di queste – ma soprattutto Hamas – ha in ostaggio civili o militari israeliani tenuti nei tunnel o in case sicure. Fonti israeliane hanno stimato in circa 100 i prigionieri a Gaza.