Una scossa di magnitudo 4.0 avvenuta alle 22,08 italiane del 2 ottobre ha dato il via a un nuovo sciame sismico nell’area dei Campi Flegrei, seguito da terremoti di intensità molto inferiore. Non solo paura, ma anche esasperazione mista a rabbia, tra la gente di Pozzuoli che si è riversata in strada. “Non ci dicono la verità”, afferma una donna, sostenendo che la stima di magnitudo 4.0 sia sottostimata. “Mi sembrava che la casa crollasse”, dice un altro. E anche su Facebook, nel profilo del Comune e del sindaco Gigi Manzoni, ci sono commenti da cui traspare lo scoramento e l’ansia di persone che sono alle prese ormai da molto tempo con un interminabile sciame sismico. Il terremoto è stato avvertito distintamente anche in varie zone di Napoli, sia nella zona collinare del Vomero che sul lungomare, a Posillipo e nelle aree del centro a ridosso di piazza del Plebiscito.
“Si tratta di un nuovo sciame iniziato contestualmente alla scossa più forte”, spiega Roberto Isaia, dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Le energie in gioco stanno aumentando, ma non c’è ancora nessun segnale di risalita del magma in superficie – aggiunge Isaia – anche se non si può escludere che a diversi chilometri di profondità non ci sia qualche movimento di piccole quantità di magma”.
Il terremoto di magnitudo 4.0 è il più forte da quello di 4.2 avvenuto alle 3,35 del 27 settembre, nell’ambito dello sciame sismico iniziato alle 5,06 del 26 settembre, in cui si sono susseguiti 88 eventi. Da allora diversi sciami si sono avvicendati, a poche ore di distanza l’uno dall’altro: la distinzione tra sciami diversi è infatti una convenzione, che stabilisce gli intervalli in base a una soglia di ore stabilita. La breve durata delle sequenze è tipica delle aree vulcaniche: “La dinamica in gioco è molto diversa – spiega il ricercatore dell’Ingv – da quella che caratterizza i terremoti che avvengono sull’Appennino, per esempio”.
Il sisma avvenuto alle 22,08 del 2 ottobre è stato localizzato nei pressi di Pisciarelli, sul versante che confina con la zona della solfatara di Pozzuoli. L’epicentro della scossa, rilevata a una profondità di 3 chilometri, si colloca infatti circa 5 chilometri a Est di Pozzuoli e 9 chilometri a Ovest di Napoli. “L’attività sismica che prosegue ormai da diverso tempo è dovuta alla rottura delle faglie dove sta avendo luogo la deformazione del suolo – dice Isaia – a causa della pressione esercitata dal gas in risalita”.