Il vicepresidente del Catania, Vincenzo Grella, torna a parlare per analizzare il momento della squadra e non solo. Lo ha fatto nel corso di Preview su Telecolor (ogni venerdì sera, alle 20.45). Ecco i passaggi più significativi.
CAMPIONATO. “Abbiamo allestito un gruppo forte. Per metterlo insieme abbiamo impiegato un po’ di tempo cambiando tecnico e staff, sapevo che all’inizio avremmo potuto incontrare qualche difficoltà. Sono felicemente sorpreso del modo in cui la squadra ha sempre cercato di fare la partita. I gol subiti? La difesa deve essere una roccaforte. Vorrei una squadra che propone calcio, che vuole attaccare e che va a prendersi i tre punti. Ma bisogna anche sapersi difendere ed evitare errori dietro difendendo collettivamente”.
PREPARAZIONE. “Sul volume di tempo dedicato all’allestimento del gruppo direi che ci siamo. Per quanto riguarda le amichevoli e la preparazione c’erano alcune difficoltà legate al reperimento di avversari all’altezza e alla gestione degli spostamenti. Sicuramente il precampionato il prossimo anno sarà impostato in modo diverso. Abbiamo valutato la possibilità di fare il ritiro al nord Italia, ma c’erano tanti aspetti logistici da considerare: avere la squadra più vicino rendeva più facile inserire in gruppo i nuovi dopo visite mediche e firma. A Zafferana comunque ci siamo trovati benissimo, l’aggancio al territorio ci piace”.
TABBIANI. “Ha la mia piena fiducia, altrimenti non l’avrei preso. Il nostro patto è che gli avrei lasciato tempo di lavorare a condizione che lui proponesse un calcio aggressivo e rappresentasse il club e la città in modo coraggioso. Lavorare qui non è facile, non è per tutti. Se non riesci a convivere con queste pressioni, non puoi stare a Catania. Tabbiani sinora ha dimostrato di poterlo fare. Deve solo pensare a lavorare e a fare sempre un passo avanti e mai indietro. Perché lo abbiamo scelto? Ha fatto la gavetta, ha fame e ha fatto giocare bene una squadra di livello medio-basso. Ho pensato che mettendogli a disposizione un gruppo con tanto talento individuale avrebbe potuto esaltarlo con un progetto che duri nel tempo. Avevamo una buona cifra per costruire qualcosa di durevole, volevo un tecnico che sposasse il nostro progetto di costruzione di un’identità. Sapevo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo e il calcio non te lo dà mai, ma mi sono ripromesso che non mi sarei fatto condizionare dalla singola domenica. Il mister oggi sta lavorando fortemente sul nostro possesso palla, su come gestire meglio i momenti di gioco nel corso dei 90 minuti. Nel club dobbiamo mantenere una comunicazione positiva perché siamo circondati dalla negatività”.
RESPONSABILITA’ E OBIETTIVI. “Sappiamo quali responsabilità abbiamo, non è una cosa che prendiamo alla leggera. Io ho anche una responsabilità nei confronti della famiglia che versa i soldi nei conti del club. L’obiettivo di questo campionato è restare sempre agganciati ai primi tre posti, poi la vittoria di un campionato la decidono pochi episodi. Se non finissimo tra i primi tre o quattro a fine stagione sarei molto deluso e mi assumerei tutte le responsabilità perché sono io ad aver preso tante decisioni importanti. Non mi nascondo dietro altri dirigenti, mi assumo le responsabilità nel bene o nel male. Accetto le critiche, se rimangono in una logica professionale. La B in due anni? L’obiettivo è sempre vincere. Quindici mesi fa non c’era neppure un club e noi vogliamo fare i passi giusti. Per avere un club che duri nel tempo a volte bisogna prendere delle decisioni che non sempre possono accontentare tutti. Il budget societario è deciso dalla famiglia Pelligra, non sono solo soldi di Rosario: loro hanno confermato una delle opzioni che ho presentato, appena ho avuto il via libera ci siamo mossi. Il budget non riguarda solo la prima squadra, ma tutto il club e il suo futuro. Capisco sia difficile per la gente digerire questi passaggi, ma preferisco non dire solo quello che vogliono sentire ma ciò che è giusto fare. Il budget che abbiamo è comunque molto competitivo per la Serie C: se fai due conti capisci che è una squadra abbastanza costosa. Prendere un centravanti che avesse segnato tanto in C? Abbiamo Di Carmine, che è meglio, è di categoria superiore ed è venuto pure con la giusta mentalità”.
STADIO E CENTRO SPORTIVO. “Per lo stadio abbiamo scelto di aderire al secondo bando perché alla scadenza del primo, di fronte a un documento complesso, volevo esser sicuro di aver compiuto tutti i passaggi corretti. E’ stata una mia decisione. Per completare i lavori al Massimino manca davvero poco, ci sono piccoli lavori che prenderà in carico la società. Lo stadio mi fa respirare tanta energia positiva: so che qualcuno la vuole smorzare, ma non ne saranno capaci. Stiamo dedicando attenzione al settore giovanile, l’obiettivo è vedere i nostri ragazzi in prima squadra. Centro sportivo? Abbiamo alcuni progetti già disegnati, sono state individuate tre zone diverse per ospitarlo. La mia visione del centro sportivo è un po’ diversa da quella del presidente, ma è normale e il confronto fa bene. Nuovo stadio? Per quello che vedo al Massimino, oggi non abbiamo bisogno di un nuovo stadio”.