“Apprezzamento per gli insulti contro Matteo Salvini postati dal compagno, mai smentiti, e imbarazzante presenza a una manifestazione dell’estrema sinistra con la folla che insultava le forze dell’ordine. Per rispetto nei confronti di tutti gli italiani e delle istituzioni, ora ci aspettiamo le dimissioni immediate”. La Lega va ancora all’attacco contro la giudice Iolanda Apostolico, che a Catania non ha convalidato il trattenimento di 4 tunisini e poi è finita al centro di ulteriori polemiche per aver partecipato a una manifestazione di protesta contro le politiche sull’immigrazione di Matteo Salvini.
A questo proposito, la questura di Catania precisa che il filmato postato su X dal vicepremier che mostra la giudice al porto di Catania il 25 agosto 2018 “non risulta tra gli atti d’ufficio relativi all’evento in questione. Inoltre, negli atti redatti dagli operatori a seguito del servizio relativo alla suddetta manifestazione, non risulta menzionata la presenza della dottoressa Iolanda Apostolico né del marito”.
Dal tribunale etneo trapela che non ci saranno modifiche nell’organizzazione interna e che Apostolico resterà nel gruppo che si occupa di diritti della persona e immigrazione. “Iolanda non chiederà mai di essere trasferita, ma continuerà a fare il proprio lavoro con serietà, anche perché sarebbe come darla vinta a chi sta riversando montagne di fango su di lei e la sua famiglia”, dice la collega Marisa Acagnino, giudice del tribunale di Catania. Secondo Acagnino serve “un’inchiesta seria sulla diffusione del video postato sui social dal ministro Matteo Salvini”. “Come è possibile che un filmato dopo cinque anni venga riproposto così all’improvviso – aggiunge – come se fosse stato catalogato e poi al momento giusto estratto? Bisogna chiarire chi lo ha girato, perché lo ha fatto, perché e come lo ha conservato e come è andato a finire nelle mani del ministro Salvini che lo ha pubblicato”.
Su questo aspetto il leader dei Verdi e deputato di Avs Angelo Bonelli ha depositato in Procura un esposto, “affinché verifichi se vi sia stata violazione dell’art.326 del codice penale, chiedendo di perseguire i soggetti che ne dovessero risultare responsabili, e per tutti quei reati che nei fatti esposti dovessero essere ravvisati. Se fosse confermato che il video pubblicato dal sen. Matteo Salvini sia materiale proveniente dagli uffici della polizia – afferma Bonelli -, ci troveremmo di fronte a un caso di rilevante gravità. Un video di oltre 5 anni fa viene riesumato non ai fini di evidenziare reati – perché se così fosse avrebbero dovuto essere perseguiti d’ufficio 5 anni fa – e nessun reato è stato commesso in quella manifestazione, ma per diventare strumento in mano al segretario nazionale della Lega, con lo scopo di alimentare uno scontro politico contro le decisioni assunte della magistratura e contro una parte delle forze politiche di opposizione. I video e i verbali della Digos della polizia non sono pubblici e sono sottoposti al segreto amministrativo e pertanto non sono accessibili a nessuno e tantomeno a un ministro della Repubblica italiana. Qualcuno ci spiega come sia possibile che, a distanza di 5 anni, si riesca a individuare in un video la presenza di una persona, che non ha precedenti penali, in una manifestazione?”.