Un nuovo video che ritrae la giudice di Catania Iolanda Apostolico mentre con altri manifestanti scandisce lo slogan ‘siamo tutti antifascisti’ è stato diffuso sui canali social della Lega . Il video è incorniciato da una didascalia “Catania, coppia che lavora in tribunale tifa con l’estrema sinistra davanti alla polizia”, con riferimento alla presenza anche del marito della magistrata. In cima il post che richiama un frase del giudice Rosario Livatino: “Nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”.
Sulla giudice interviene ancora il ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Poteva ma non doveva partecipare cinque anni fa alla manifestazione per chiedere lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti. I limiti di un magistrato sono ormai fissati da varie pronunce della giurisprudenza, ma soprattutto dalla deontologia e dal buon senso. Più manifesta le sue idee politiche, più vulnera la presunzione di imparzialità. Negli Stati Uniti il giurato viene addirittura interrogato dal difensore sulle sue esternazioni, e può essere ricusato anche per una battuta impropria”.
In merito alle dimissioni chieste dalla Lega, Nordio non si sbilancia: “Il ministro della Giustizia non può esprimersi su questo caso specifico, prima di aver acquisito tutti gli elementi necessari. Ufficialmente non sappiamo nemmeno se la magistrata abbia partecipato o no a quella manifestazione. Sono state annunciate interrogazioni. Faremo subito accertamenti”. Quanto al video che è stato diffuso da Matteo Salvini e alle polemiche sorte su chi lo ha ripreso e fornito al leader della Lega, Nordio osserva che “in linea generale, un filmato di un evento pubblico non è mai un dossieraggio. Può provenire da chiunque, anche da un giornalista. Con questo criterio tutti i documentari di eventi, sarebbero dossieraggi”. E sull’ipotetica violazione della privacy della magistrata, il ministro sostiene: “Definire un’invasione della sfera privata la documentazione di un evento pubblico è violare un principio di elementare logica aristotelica: si chiama principio di non contraddizione. Se tu partecipi a una manifestazione pubblica, non puoi dire di esser stato spiato nella tua vita privata. Questa irragionevolezza può essere una voce dal sen fuggita nella polemica politica. Ma mi stupisce dolorosamente che provenga da alcuni magistrati”.