REGGIO EMILIA – Una benedizione del tutto speciale, arrivata durante l’unione civile di due storici attivisti di Arcigay, in Comune a Reggio Emilia, sabato pomeriggio. Perché a rendere diversa dalle altre la cerimonia di Marco Righi e Fabio Valentini, due professionisti residenti in città, di 50 e 53 anni, è stato il discorso pronunciato in Sala del Tricolore dalla cugina di uno dei due sposi: suor Angela, al secolo Paola Pederzoli. La religiosa di 70 anni, originaria di San Giovanni in Persiceto (nel Bolognese) come il cugino Marco, oggi è in pensione; ma per oltre 25 anni si è occupata di un dispensario in Tanzania, avendo preso la laurea in medicina dopo i voti, poi delle case di carità. Una vita dedicata agli altri dunque, a 360 gradi.
E lei sabato, con la sua tonaca marrone e il velo, davanti a una platea commossa ed emozionata, ha preso la parola con voce sicura e un foglietto in mano, leggendo il discorso che si era preparata; ha così citato l’Antico Testamento della Bibbia e il libro di Tobia davanti a chi l’ascoltava, con gli occhi pieni di lacrime e ai due sposi che non hanno mai smesso di tenersi la mano. “L’ho cronometrato! Dura tre minuti… “, ha esordito la religiosa, facendo sorridere i presenti. “Alcuni mi conoscono col mio nome di battesimo Paola, ma come suora sono Angela e sono tra le più vecchie cugine di Marco, abbiamo esattamente vent’anni di differenza”, ha proseguito. I cellulari erano già accesi per riprendere quel momento, in qualche modo storico.
“Mi hanno chiesto di dire qualche parola. Ero un po’ imbarazzata, non sapendo davanti a che pubblico avrei parlato. E ho giocato in casa, come si suol dire, quindi mi sono ispirata alla Bibbia – ha detto suor Angela -. Nell’Antico Testamento, se qualcuno lo conosce, ci sono alcuni piccoli libri interessanti per la vita di tutti i giorni, allora ho pensato al libro di Tobia. È la storia di un vecchio padre ebreo che deve mandare suo figlio in una città molto lontana per recuperare denaro e prendere una sposa; allora il padre gli procura un compagno di viaggio; che poi si rivelerà essere un angelo mandato da Dio”.
Le sue parole sono poi proseguite risuonando come una richiesta di grazia e protezione, per questa nuova unione. “Ecco oggi questi due fratelli iniziano un viaggio – ha concluso la religiosa – e io come il vecchio Tobia auguro loro di fare un buon viaggio insieme, senza mollarsi e di essere sostegno, aiuto, conforto, consolazione, ma anche correzione uno per l’altro. In un antico libro c’è scritto: meglio essere in due che uno solo. Perché otterranno miglior compenso per la loro fatica: infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Quindi con tutto il cuore vi auguro un buon viaggio insieme”.