PALERMO – Si è presentato a una 45enne di Capaci dicendo che era un avvocato e che il figlio era in carcere perché era rimasto coinvolto in un incidente. Servivano soldi per la cauzione e per agire in fretta e farlo uscire fuori dal penitenziario. La donna, presa dal panico, gli ha consegnato circa 16 mila euro tra contanti e gioielli. Una volta presi i soldi il finto avvocato è andato via. Così si è compiuta l’ennesima truffa nel capoluogo e in provincia.
A Caccamo il sindaco Franco Fiore ha avvisato i cittadini che giravano finti agenti di polizia o avvocati che chiedevano soldi. Dopo due tentativi i truffatori sono stati scoperti e sono andati via. A Palermo si sono registrate decine di queste truffe. Adesso gli uomini e le donne si sono spostati di nuovo in provincia. Sulla truffa a Capaci indagano i carabinieri. Invece su quelle a Palermo, almeno una decina, gli agenti della squadra mobile. La tecnica è sempre la stessa. Il bersaglio viene contattato al telefono: poco dopo spunta un avvocato o il finto poliziotto o carabiniere.