L’ìmpianto cocleare è uno strumento che consente di riabilitare adulti e bambini affetti da sordità profonda. I dati del ‘National institute on deafness and other communication disorders’ americano ci dicono che in tutto il mondo sono più di 700.000 le persone che lo utilizzano e, ogni anno, vengono applicati nel mondo circa 50.000 impianti, di cui oltre 1.000 in Italia.
Un programma di implantologia cocleare è stato avviato anche nel reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Gravina di Caltagirone e il primo intervento ha riguardato una paziente cinquantenne affetta da ipoacusia profonda bilaterale che è così tornata a sentire. L’intervento è stato portato a termine dal direttore del reparto Salvatore Ronsivalle (nella foto con la sua équipe). “La chirurgia della sordità – spiega – necessita un iter complesso”.
Quest’anno, oltretutto, ricorre il 66° anniversario del primo intervento al mondo di un “dispositivo” cocleare, eseguito nel 1957 a Parigi a opera dall’otochirurgo francese Charles Eyries, in collaborazione con il fisico medico André Djourno. Da quell’occasione sono stati fatti molti progressi per la cura della sordità profonda, dal momento che i primi dispositivi impiantati non permettevano di capire bene il parlato, fornendo solo una percezione/sensazione dei suoni ambientali. E’ infatti nel 1961 che William F. House, professore di otologia – insieme a un neurochirurgo e a un ingegnere elettronico – impiantarono il primo impianto cocleare a canale singolo. Il prof. House continuò quindi a far evolvere la tecnologia costruttiva del dispositivo e, successivamente, nuove ricerche consentirono di sviluppare dispositivi multicanale, in grado di codificare i suoni di tutti i giorni in impulsi elettrici per il nervo uditivo e il cervello.
Oggi l’impianto cocleare, o “orecchio bionico”, è un dispositivo che fornisce impulsi elettrici direttamente alle fibre del nervo acustico; gli impulsi raggiungono quindi il cervello e vengono interpretati come linguaggio o suoni. L’orecchio bionico è un apparecchio complesso e altamente tecnologico formato da una parte interna (impiantata sotto la cute del cranio e costituita dal ricevitore/stimolatore) dotata di un filo porta elettrodi che raggiunge direttamente l’orecchio interno. Poi c’è una parte esterna, costituita da un processore, che consente di elaborare il linguaggio e i suoni.