Gli aneurismi coronarici sono delle dilatazioni delle arterie coronariche che superano di una volta e mezza il diametro normale e ha una prevalenza che varia dallo 0.3% al 5% a seconda delle casistiche. L’arteria coronaria destra è in genere quella più coinvolta e il sesso maschile quello più colpito. Nella maggior parte dei casi l’aneurisma coronarico è asintomatico e viene scoperto per caso durante l’esecuzione di una coronarografia; in alcuni casi invece si può presentare con sintomi di angina o infarto miocardico, in altri infine i sintomi possono essere correlati a potenziali complicanze, che includono sindrome coronarica acuta, formazione di trombo all’interno dell’aneurisma ed embolizzazione, rottura (rara, ma comune nella malattia Kawasaki, e potenzialmente fatale) e vasospasmo. I trattamenti disponibili sono di tre tipi: terapia medica, chirurgica e trattamento percutaneo.
Quello davanti al quale si sono trovati i cardiologi del reparto dell’ospedale Gravina di Caltagirone riguardava un paziente di 77 anni. “L’aneurisma coinvolgeva due vasi – spiega il direttore dell’unità operativa, Daniele Giannotta (nella foto con tutta l’équipe) – questo ha rappresentato la difficoltà principale dell’intervento, insieme all’alterata anomalia patologica. Siamo intervenuti con successo impiantando degli stent con una camicia simile alla muta dei sub e creando uno sbocco unico per entrambi i vasi in un’unica sede. Il paziente è già rientrato a casa”. Importante il contributo della diagnostica per immagini visto che l’aneurisma si presentava a sinistra, con un diametro di ben 2 cm, un aneurisma definito dalla letteratura medica ‘gigante’ ed è stato tramite un esame Angio Tac o Cardio-TC eseguita nel reparto di Radiodiagnostica diretto da Bruno Varsallona, e poi confermato alla coronarografia. Lo studio radiologico è stato condotto dai dirigenti radiologi della struttura, Giuseppe Bellissima (responsabile del servizio Cardio-TC) e Alessandra Trainito.