Pacato e rilassato, Cristiano Lucarelli nella conferenza che anticipa la gara di domenica prossima in casa del Giugliano (16.15) analizza quella che potrebbe essere la svolta per il Catania, dopo la vittoria dell’ultimo secondo contro la Turris: “Il vento sembra cambiato, dobbiamo tenerlo dalla nostra parte”.
GIUGLIANO. “E’ un avversario in salute ed è un’ammazzagrandi. Fa bene un po’ tutto, è in fiducia e organizzato: concetti chiari, e i risultati arrivano. Punti deboli non ne ho visti. Ma io penso che il Catania tecnicamente abbia qualcosa di più. Ho avvisato i ragazzi: quando si passa dallo sconforto all’entusiasmo, la prova del 9 è la partita successiva. Mi aspetto delle risposte, mi aspetto l’equilibrio. Le grandi squadre vincono, archiviano e ripartono da zero, a testa bassa”.
SCHEMA E FORMAZIONE. “Non rivoluzioneremo il 4-2-3-1, ma possiamo passare al 4-3-3 in qualsiasi momento. Io sulla formazione ho sempre dubbi. Lo dico anche ai ragazzi: la formazione la fanno loro. Dipende da come stanno. Se io avessi in testa solo 11-12 giocatori avrei già perso il campionato. Devo motivare tutti, deve esserci la concorrenza, sennò i titolari si prendono una vacanza, anche in allenamento. Invece io voglio intensità, tutti devono credere di poter giocare titolari. Ognuno di loro prima o poi avrà un calo e io devo attingere alle altre risorse della squadra”.
NOMI. “Bocic è forte e giovane, deve crescere, ma può ricoprire tre ruoli. Deli è uno che sa inserirsi e segnare. Chiarella ci può essere molto ultile, deve fare quel salto di qualità in termini di continuità, come quasi tutti, e cercare di essere più incisivo negli ultimi metri. Livieri è stato assente per un po’, deve essere messo nelle condizioni di rimettersi in forma. Oggi non sono più i tempi di Luvanor e Pedrinho: ora prendi giocatori che conosci bene e devi avere la fortuna che si inseriscano, l’importante è questo. Ma un bidone non lo prende più nessuno”. Gli chiedono: “Vedremo mai Lorenzini in prima squadra?”. L’allenatore ribatte: “Ma lei è lo zio?”.
“NON SONO UN PARACULO”. “Stiamo lavorando per tornare in salute. Non mi sento di dire di aver eredito una squadra con carenze atletiche. Non è riscontrabile. Se fossi un paraculo lo direi, ma non lo sono. Contro la Turris ho visto i ragazzi che correvano forte, quel minimo di calo è stato anche dovuto alla gestione della partita, come fanno le squadre mature. Il pareggio è arrivato in una situazione sporadica. Ma a me interessa soprattutto la prestazione mentale, più che quella fisica: chi regge mentalmente per 100 minuti può sopperire alle carenze atletiche”.
LA MAGLIA DEL CATANIA. Quando indossi la maglia del Catania sono importanti anche le amichevoli contro gli allievi. Non puoi sottovalutare nessuno. Anche una piccola cosa che non va, a Catania fa rumore, quindi dobbiamo stare attenti. Per ora vedo dei soldati che fanno quello che chiedo. Arrivo alle 7,30 la mattina e vado via alle 8 di sera, ce la metto tutta”.