PALERMO – L’ultima condanna per estorsione gli è costata 7 anni e mezzo di carcere: Antonino Lauricella, 69 anni, malato da tempo, è morto a Palermo. Nel quartiere della Kalsa, dove viveva, lo chiamavano ‘Scintilluni’ per via della sua eleganza, soprannome che non ha mai amato, attribuendosi quello di ‘Nino il bello’. Cresciuto alla corte del boss Masino Spadaro e del capomafia Gerlando Alberti, Lauricella era stato arrestato nel 2011, dopo un periodo di latitanza, per traffico di droga, omicidio, mafia, estorsione. Aveva scalato Cosa nostra dopo gli arresti che avevano decimato i vertici mafiosi. In precedenza, nel ’96, era stato raggiunto da ordine di carcerazione per alcuni omicidi e arrestato un anno dopo a Busto Arsizio (Varese).
Lauricella, più volte in carcere, era riuscito a sfuggire a un blitz delle forze dell’ordine seguito alle dichiarazioni del pentito Francesco Famoso, esattore del racket delle estorsioni. Le altre quattro persone coinvolte furono arrestate, ma Lauricella si diede alla latitanza a partire dal 3 ottobre 2005. Sarà arrestato nel dicembre 2011 dagli agenti della squadra mobile di Palermo nel mercato di Ballarò. Le indagini erano state coordinate da Maurizio De Lucia, allora sostituto procuratore e oggi a capo della Procura di Palermo.