PALERMO – Si chiamava Badreddine Boudjemai il cuoco 41enne di origine algerina ucciso a colpi d’arma da fuoco a Palermo in via Roma, in pieno centro città. Il cadavere è stato trovato di fronte alle Poste centrali poco prima dell’una. Chi ha sparato si è dato alla fuga facendo perdere le proprie tracce. Il 41enne lavorava nel ristorante Appetì di via Emerico Amari, nella zona del porto di Palermo, e in base alle prime informazioni stava tornando a casa, nel centro storico, dopo avere terminato il suo turno. Era sposato e stava stabilmente nel capoluogo siciliano da anni. E’ stato ucciso con tre colpi d’arma da fuoco intorno a mezzanotte e mezza. L’assassino lo ha seguito a piedi e ha sparato al torace e alla testa. Nella zona dove è avvenuto il delitto ci sono decine di telecamere che con molta probabilità hanno ripreso la scena.
“Mio fratello era una persona buona che lavorava per la sua famiglia, per la moglie e i due figli piccoli che adorava – ha detto Fella Boudjemai, la sorella di Badreddine, che lavora per Medici senza Frontiere -. Anche ieri sera come faceva sempre quando finiva di lavorare ha mandato un messaggio alla moglie ‘sto tornando’, ma lui non è arrivato mai. Andrò dai carabinieri per sapere del delitto di mio fratello. In famiglia non riusciamo a comprendere cosa sia successo. Tutti sanno che mio fratello era una persona buona che adorava la sua famiglia. Padre di due figli di cinque e un anno. Dopo la nascita del secondo figlio la moglie è rimasta a casa, pensava a tutto lui. Lavorava dalla mattina alla sera”.
La famiglia abita in via Roma nella zona del centro commerciale Lidl. Badr stava tornando a casa. In questi giorni era arrivata anche la madre dell’uomo. La notizia dell’omicidio ha lasciato nella disperazione i parenti che questa mattina sono stati sentiti al comando provinciale. La madre dell’uomo ucciso era visibilmente sconvolta. E’ stata soccorsa dai sanitari. “Mio fratello ha lavorato in altri locali di Palermo – aggiunge la sorella – da via Olivella a via Maqueda. Era conosciuto da tanti e amato. Sorrideva sempre al lavoro. Era una persona splendida”.
Non riesce a trattenere la commozione Giuseppe Lo Jacono, titolare del ristorante Appetì di via Emerico Amari a Palermo dove lavorava Badr Boudjemai. “Guardi è molto difficile parlare, Badr era una persona tranquilla, mai niente di sospetto o di strano, nessuno qui era venuto a cercarlo”, dice descrivendo la vittima come “un uomo felice sempre con il sorriso al lavoro e parole dolci per la sua famiglia”. “Aveva due bambini, di uno e cinque anni – aggiunge – lo avevo conosciuto perché cercava lavoro e qui io avevo bisogno di personale. Faceva il buttadentro, ovvero attirava e accoglieva i clienti, era di natura una persona sorridente e serena. Lo chiamavamo Samir, prima di arrivare qui a Palermo lavorava sulle navi della Grimaldi. In città aveva finalmente trovato stipendio e rispetto ed era molto apprezzato dai clienti, dai quali riceveva anche ottime recensioni”. Non riesce a trattenere le lacrime parlando del suo dipendente: “Non aveva mai creato alcun problema – ricorda – era carismatico, affabile. In città in tanti lo conoscevano perché aveva già lavorato in via Maqueda, non perdendo mai quel suo sorriso che tutti ricorderemo”.