CATANIA – La Procura di Catania ha delegato la polizia al sequestro preventivo di un immobile di proprietà dell’ente Biblioteche riunite Civica Ursino Recupero, in via Gallo/Sant’Elena, occupato dal febbraio 2018 dagli aderenti al centro sociale Liotru/Spazi Sociali. La Digos contesta a undici aderenti al centro sociale il reato di invasione/occupazione di edificio pubblico. I locali sono stati affidati in custodia al legale rappresentante dell’ente proprietario.
Lo sgombero è stato contestato dall’Arci: “Un’azione insensata e gravissima – dice l’associazione – contro lo studentato 95100, sede delle attività di consultorio di ‘Non una di meno’. I locali, occupati dal 2018, sono di proprietà delle biblioteche riunite Ursino Recupero, che li vuole restituiti. Ancora più grave è che la titolarità dell’immobile sia anche dell’università di Catania che ha consentito un’azione così stupida e violenta. L’ateneo è al centro di operazioni immobiliari enormi nella zona e non aveva alcun bisogno di quegli spazi”. Per l’Arci è “grottesco e assurdo che mentre il Comune avalla l’occupazione di beni confiscati da parte dei mafiosi e l’università tiene sottoutilizzati e chiusi molti dei suoi locali, si procede allo sgombero di uno spazio vivo e indispensabile per la comunità. Sindaco e rettore diano spiegazioni e restituiscano immediatamente quello spazio alle studentesse, agli studenti, alle attività a sostegno delle donne e alla lotta transfemminista”.
L’università ha precisato però che non è proprietaria dell’immobile in questione. “L’ateneo non ha avuto nessun ruolo nell’attività condotta questa mattina dalle forze dell’ordine”. Contestano lo sgombero anche Maria Grazia Leone, segretaria della federazione catanese del Pd, e Sergio Lima della segreteria regionale e della direzione nazionale del partito: “A Catania, città in preda alle emergenze civili e sociali si smantella lo studentato 95100 che offre servizi gratuiti di assistenza e di consultorio gestito da Non una di meno. Uno sgombero assolutamente ingiustificato visto che i locali giacevano da anni in stato di abbandono. A Catania – ricordano Leone e Lima – la graduatoria per l’assegnazione di una casa popolare conta oltre seimila nuclei familiari, oltre tremila sono gli sfratti annuali quasi sempre per morosità incolpevole e più di duemila sono le richieste di contributo per l’affitto. Sempre a Catania il sistema dei consultori, come in tutta la regione, soffre carenze di organico e di spazi adeguati”.
“Sdegno” viene espresso dalla Sinistra italiana: “Stamattina alle 5.30 la polizia, con grande spiegamento di forze, è entrata nello studentato e nel consultorio di via Gallo, sgombrando con violenza le studentesse e gli studenti che stavano dormendo. Lo sgombero di un luogo di assistenza alle donne che subiscono violenza è una vergogna di cui le istituzioni catanesi devono rispondere alla cittadinanza. Di fronte all’aumento esponenziale degli episodi di violenza sulle donne il governo Meloni, insieme alle sue articolazioni nel territorio, porta avanti la linea di delegare alle associazioni vicine alla destra, come pro vita, l’educazione e il rapporto con le donne vittime di violenza. Tutte le associazioni che non si adeguano vanno chiuse o emarginate”.