I carabinieri del Ros hanno arrestato con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravate Martina Gentile, figlia della maestra Laura Bonafede, la donna che per anni è stata sentimentalmente legata al boss Matteo Messina Denaro. Nei confronti della ragazza, che il padrino latitante considerava come una figlia, la Procura aveva già chiesto la custodia cautelare in carcere, ma il gip non aveva ritenuto che ci fossero indizi sufficienti. Alla luce del nuovo materiale investigativo raccolto il giudice ha ora disposto per l’indagata gli arresti domiciliari. Gentile è stata arrestata a Pantelleria dove si trovava per delle supplenze. La donna è insegnante come sua madre che, dopo l’arresto, è stata sospesa. I militari hanno perquisito stamattina la casa della Gentile nell’isola.
Secondo i magistrati – l’indagine è stata coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido – Martina Gentile, di cui Messina Denaro in diversi pizzini trovati dopo l’arresto elogiava le virtù, avrebbe gestito lo scambio della corrispondenza del boss, all’epoca latitante, sfruttando il suo rapporto con un altro tramite del padrino, Lorena Lanceri, finita in manette col marito nei mesi scorsi. Lanceri, ritenuta una delle più strette fiancheggiatrici del padrino di Castelvetrano, consegnava alla ragazza i pizzini scritti dal capomafia e Gentile li faceva avere ai destinatari tra i quali sua madre Laura Bonafede. Lo scambio, spesso, avveniva nello studio dell’architetto ed ex assessore all’Urbanistica del Comune di Campobello di Mazara, Stefano Tramonte, in cui le due donne lavoravano. L’architetto, che si è dimesso nei mesi scorsi, è indagato.
L’indagata, in codice chiamata da Messina Denaro Tan o Tany, condivideva con il padrino e con gli altri soggetti che interloquivano con lui una sorta di linguaggio cifrato ideato per nascondere l’identità delle altre persone coinvolte nella assistenza al latitante e curava le esigenze logistiche del boss. Per i pm Gentile “è stata quindi uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante, grazie al quale questi ha anche potuto mantenere la indispensabile sponda di Laura Bonafede nella condivisione e gestione delle strategie mafiose sul territorio di Campobello di Mazara”. Il gip ha disposto nei confronti della ragazza i domiciliari e non il carcere, come chiesto dalla Procura, perché Gentile è madre di una bimba di tre anni.
LE NUOVE PROVE CONTRO MARTINA GENTILE. A indurre il gip a disporre l’arresto per favoreggiamento aggravato di Martina Gentile sono stati i nuovi elementi investigativi emersi a suo carico (nei mesi scorsi il giudice aveva respinto la richiesta di misura per la Gentile per mancanza di indizi). I cellulari sequestrati all’indagata, a sua madre e a Lorena Lanceri, altra favoreggiatrice di Messina Denaro, e la documentazione sequestrata all’ex latitante, molta scritta con linguaggio cifrato, hanno dipinto un quadro più completo del ruolo avuto dalla donna nell’assistenza del capomafia allora ricercato. Nel covo di Messina Denaro sono state inoltre scoperte le impronte digitali di Gentile.
In un calendario, ritrovato nel suo ultimo nascondiglio, Messina Denaro inoltre appuntava in alcuni giorni un puntino o la parola Tan: gli inquirenti hanno scoperto che si trattava di una abbreviazione di Tania, lo pseudonimo usato per indicare Martina Gentile. In un caso il boss aveva scritto anche la frase “invio Tany”. Nelle date segnate dal capomafia, attraverso Gentile avveniva dunque lo scambio di ‘posta’ per e da il latitante. E puntualmente il giorno successivo Laura Bonafede comunicava al capomafia di aver ricevuto le sue lettere: “Ieri sai quando ho potuto leggere la tua? Alle 22”, si legge in uno dei biglietti sequestrati nel corso dell’indagine. E’ la prova che Gentile aveva consegnato il messaggio del padrino alla madre.
“Chiedo ogni volta al Tramite cosa ha mangiato la sera prima, mi fa sentire in qualche modo più vicina a te. E’ l’unica persona con cui parlo più liberamente, con cui sono più me stessa”, così scriveva a Matteo Messina Denaro Martina Gentile. Il pizzino ritrovato dopo l’arresto del padrino è uno degli elementi che dimostrano il legame che c’era tra l’indagata e Messina Denaro. Dietro allo pseudonimo di Tramite, hanno scoperto i carabinieri, era Lorena Lanceri che ha ospitato il capomafia latitante e ha condiviso con lui molto tempo nella sua abitazione. Per il gip, Martina Gentile ha avuto uno specifico ruolo nella fondamentale sequenza dello “scambio posta” di Messina Denaro, “quel riservato, sofisticato ed efficacissimo sistema di raccolta e smistamento dei pizzini che il latitante ha sfruttato per comunicare anche con Laura Bonafede, uno dei perni nella gestione della clandestinità, di importanza vitale anche per mantenere i contatti con altri associati mafiosi e, in definitiva, per consentire al latitante di esercitare il suo ruolo di vertice dell’associazione mafiosa trapanese”.
IL BOSS REGALO’ COLLANA DI BULGARI A FIGLIA DELLA GENTILE. Matteo Messina Denaro regalò una collanina di Bulgari di oltre 2.000 euro alla figlia di tre anni di Martina Gentile. Nel linguaggio cifrato usato dal capomafia e dalla Gentile la piccola destinataria del dono veniva indicata come “Cromatuccia”. La donna, dopo aver ricevuto il gioiello, mandò alla madre, Laura Bonafede, una foto della collanina. La prova dell’acquisito verrà poi trovata nel materiale sequestrato alla sorella di Messina Denaro, Rosalia, che aveva appuntato la spesa come “regalo per Cromatuccia”.
MESSINA DENARO RIPRESO DA TELECAMERE NEL 2022. Agli atti dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Martina Gentile ci sono una serie di immagini scattate dalla polizia mesi prima della cattura del boss avvenuta il 16 gennaio scorso. Nei frame di un video del 17 dicembre del 2022, ora rianalizzati dai carabinieri, si vede l’auto del boss passare alle 10.59 davanti alla casa della Gentile e della madre Laura Bonafede – entrambe erano pedinate e intercettate dalla polizia impegnata nella ricerca del padrino – e rallentare davanti al portone. Scene immortalate che però non insospettirono gli investigatori. L’analisi delle immagini fatta dai carabinieri e i pizzini in cui la madre della Gentile, Laura Bonafede, sentimentalmente legata a Messina Denaro, racconta la gioia provata nel vedere anche solo per un istante il boss passare in auto, confermano che alla guida dell’Alfa ripresa dalle videocamere c’era il padrino ricercato.
“GENTILE DEPOSITARIA DEI SEGRETI DEL BOSS”. Postina, ma non solo. Il ruolo di Martina Gentile nella latitanza di Matteo Messina Denaro, potrebbe essere molto più complesso. Lo sospettano gli inquirenti che ne hanno chiesto e ottenuto l’arresto. “Martina Gentile – scrivono i magistrati – può vantare un tale patrimonio di conoscenze sui meccanismi di controspionaggio adottati dal latitante e sulla sua rete di coperture, tanto da porla strategicamente al centro, accanto alla madre, del suo sistema di assistenza e protezione del latitante e, in tal modo, in grado di condizionarlo, inquinarlo o comunque renderlo ancora oscuro nelle molte parti ancora non svelate”. Per i pm la giovane donna era un anello indispensabile delle “reti di protezione sapientemente costruite dal latitante”. “Il livello di fiducia riposto da Messina Denaro nella giovane donna, depositaria infatti di notizie riservate sulla latitanza, l’altissima considerazione sulle sue qualità, l’orgoglio per le convinzioni mafiose che la donna aveva anche pubblicamente manifestato, sono tutti indici che consentono di ritenere certa la conoscenza da parte della Gentile di ulteriori luoghi, persone, dinamiche attinenti alla sfera più intima e complice della latitanza di Messina Denaro”, concludono. Le indagini su Martina Gentile potrebbero far scoprire altri canali di scambio di ‘pizzini’, probabilmente attivi a Palermo, città frequentata dal latitante durante le cure alla clinica La Maddalena e in cui la ragazza si recava spesso.