“Questi tre risultati hanno inciso su morale e autostima, ma l’entusiasmo non deve trasformarsi in euforia, perché è pericolosa. Guardare a gennaio sarebbe suicida, molto più di essere euforici”. Cristiano Lucarelli alla vigilia della sfida alla Virtus Francavilla analizza il momento del Catania, risorto da quando è subentrato alla guida della squadra. “L’unica settimana-tipo vissuta dal mio arrivo – spiega in conferenza – è quella che ci ha portato a Giugliano, per il resto abbiamo sempre avuto pochi giorni e gare ravvicinate, c’è ancora da lavorare tanto, tatticamente, anche se qualcosa si comincia a vedere come per esempio nei due gol e nell’azione del rigore ma non sono soddisfatto del tempo avuto a disposizione per trasferire più concetti e informazioni possibili. Dobbiamo consolidare codici e concetti, poi lavorare su soluzioni alternative per cambiare anche durante la gara”.
SETTE CAMICIE. L’allenatore analizza l’avversario: “La Virtus Francavilla disputa questo campionato da molti anni, è una società seria, propone squadre competitive in un ambiente in cui i giovani crescono bene: è una realtà consolidata di questo girone, con un un nuovo allenatore che ha ottime idee di calcio e di gioco, ha ottenuto una salvezza miracolosa a Cosenza, poi ha fatto un ottimo campionato a Olbia e a Brindisi, nell’unica gara sulla panchina della Virtus Francavilla ha già fatto vedere cose interessanti; dovremo sudare sette camicie, è la partita più difficile da affrontare da qui alla fine del girone d’andata, anche considerando tanti aspetti come le nostre tre partite in una settimana e i supplementari con il Crotone. I ragazzi sono stanchi dopo una gara di 120’ ad alta intensità ma questa situazione mi piace perché possiamo capire quant’e profondo il nostro spirito di sofferenza; questi sono test importanti che misureranno le nostre capacità, per capire quanto possiamo essere protagonisti o possiamo costruire un futuro da protagonisti”.
DIECI CENTIMETRI. Qualcuno gli chiede se è rilassato. “No – risponde -, sereno e fiducioso sì pur sapendo che domani sarà una brutta gatta da pelare. Tutto è migliorabile, sempre, anche quando le cose vanno bene: mi hanno insegnato a non mollare l’osso quando ce l’hai in bocca, quando sei avvelenato per la sconfitta è più semplice preparare la gara successiva. Come diceva Carlo Mazzone la differenza è in questi 10 centimetri – dice l’allenatore rossazzurro indicando la fronte -: non vale solo per i singoli ma anche per le squadre e per questo la gara di domani assume un’importanza incredibile: per i punti, la classifica e la mentalità, occorre capire quanto il pregresso debba essere tenuto in considerazione per cercare di non ripeterlo, dobbiamo resettare anche quando vinciamo, ripeto, e penso e spero possa accadere spesso”.
IL PRESIDENTE. Infine il presidente. “So che arriverà prima di Natale e so che è contento, mi manda le sue impressioni tramite Vincenzo Grella e parleremo insieme a tutto tondo quando ci incontreremo. Dobbiamo essere bravi anche in un altro senso: a noi capita di giocare in uno stadio da Serie A, come domani, e poi magari tre giorni dopo di scendere in campo davanti a 400 persone, per un calciatore del Catania può essere quindi più difficile passare da un’emozione come in questa categoria soltanto Catania sa dare, che rappresenta il picco, ad altro: lì i nostri devono essere bravi a pensare solo al rettangolo verde, la sua lunghezza e la sua larghezza uguali in tutto il mondo, le nostre energie devono essere solo sul campo e ciò che è fuori non ci deve interessare”.