Nel quarantennale dell’uccisione per mano mafiosa del giornalista catanese Giuseppe Fava un messaggio è arrivato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, si è impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalità e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo”.
Decine di persone a Catania si sono riunite in via dello Stadio per ricordare lo scrittore nel luogo dell’agguato. “Il coraggio e l’esemplare condotta civile e professionale di Pippo Fava nel denunciare il malaffare a Catania e in Sicilia rimangono sempre vivi – dice in una nota il sindaco Enrico Trantino -. Il ripudio della violenza mafiosa non può che rimanere un prerequisito essenziale per la crescita delle comunità cittadine nel segno della democrazia e dello sviluppo trasparente della nostra terra, temi di cui Fava è stato insuperabile interprete nell’ambito del giornalismo, del teatro e delle battaglie civili di cui si è reso protagonista fino all’estremo sacrificio, lasciando un messaggio di speranza anche alle giovani generazioni”.
Al presidio l’amministrazione è stata rappresentata dal vicesindaco Paolo La Greca e dall’assessore comunale ai beni confiscati alla mafia Viviana Lombardo. Un omaggio floreale e la donazione di uno strumento musicale all’istituto comprensivo Petrarca di Trappeto Nord hanno simboleggiato, insieme alla Fondazione Fava, il ricordo del Comune di Catania.
Messaggio pure dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio: “La vita e l’impegno di Pippo Fava insegnano che contro la mafia ognuno, nel proprio ruolo, è chiamato a fare la sua parte. Nel suo lavoro di giornalista – bruscamente interrotto dalla sua uccisione, il 5 gennaio di quarant’anni fa – puntava a svelare le trame occulte dei clan, che raccolse nella rivista d’inchiesta I Siciliani, tra le pietre miliari del movimento antimafia. Nonostante la mafia di allora sia diversa da quella attuale, la testimonianza di Fava è un’occasione per ricordare quanto, oggi come 40 anni fa, sia prezioso il lavoro della stampa d’inchiesta”.
“Fava è stato un esempio nella lotta contro la mafia, un giornalista coraggioso che ha pagato con la vita la sua battaglia contro la malavita”, dichiarano Valentina D’Orso e Ada Lopreiato, capogruppo M5s in commissione Giustizia alla Camera e al Senato, e Stefania Ascari, capogruppo M5s in Commissione Antimafia. “Lo ricordiamo con profondo cordoglio e con l’immenso rispetto che si deve a chi ha messo l’impegno civico persino davanti alla propria stessa esistenza. Le sue inchieste e le sue denunce siano da monito per chi prova a soffocare la libertà e il coraggio di chi si oppone con l’inchiostro alle organizzazione criminali”.