TRAPANI – Il gip del tribunale di Trapani, Samuele Corso, ha sostituito gli arresti domiciliari con l’obbligo di dimora a Trapani ed Erice al deputato regionale Dario Safina (Pd) accusato di corruzione e turbativa d’asta quando ricopriva la carica di assessore ai Lavori pubblici del Comune. “Non siamo soddisfatti e puntiamo all’annullamento totale dell’ordinanza – ha detto Salvatore Longo legale di Safina con Giuseppe Rando – Riteniamo insussistenti le necessità della misura cautelare. Andremo a discutere al tribunale del riesame”. L’udienza è stata fissata per il 2 febbraio.
“L’indagine, a parere della difesa, è pervasa da evidenti lacune istruttorie che sarebbero state evitate se fossero stati acquisiti tutti gli atti della complessa vicenda amministrativa che ha riguardato, negli anni, i rapporti tra il Comune di Trapani e la City green Light Srl – dicono Giuseppe Rando e Salvatore Longo, legali di Safina -. Sotto altro profilo, anche a volere tacere sugli aspetti in punto di diritto, grande perplessità desta il percorso logico motivazionale seguito dal gip con l’ordinanza di sostituzione della misura”. “Da una prima lettura, anche volendo tacere sugli aspetti in punto di diritto, si sostiene in detta ordinanza che, addirittura, in tempi non sospetti e quando ancora Safina neppure immaginava che il suo partito lo avrebbe candidato all’Ars, era ben conscio che nella sua città di origine avrebbe ottenuto poche preferenze. Attendiamo fiduciosi l’esito del procedimento innanzi il Tribunale del Riesame” concludono.