PALERMO – Svolta nell’omicidio di ieri sera avvenuto nel rione palermitano dello Sperone. Dopo una notte di indagini sono state fermate dalla polizia tre persone per omicidio, tentato omicidio, porto abusivo d’arma da fuoco e tentata estorsione, reati aggravati dal metodo mafioso. Due degli indagati, Camillo e Antonio Mira, padre e figlio, rispettivamente di 55 e 20 anni, abitano nello stesso palazzo dove è avvenuta la sparatoria, in via XXVII maggio, costata la vita a Giancarlo Romano, 37 anni, mentre è rimasto ferito all’addome e alla testa Alessio Caruso, 27 anni, ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Buccheri La Ferla. Proprio quest’ultimo è il terzo indagato: Caruso si era infatti reso protagonista di un primo scontro a fuoco, avvenuto pochi minuti prima, di fronte a una sala scommesse in corso dei Mille, nel quale erano rimasti feriti un avventore e il 55enne autore dell’omicidio di Giancarlo Romano.
Secondo una prima ricostruzione, tutto sarebbe nato da una lite poi degenerata per la richiesta di saldare un debito di circa 2.500 euro da parte dei Mira nei confronti di Caruso. Il pagamento per l’attività di Pietro Mira, figlio di Camillo e fratello di Antonio, che gestisce la raccolta delle scommesse abusive sui siti on line nella zona. Agli emissari di Alessio Caruso arrivati in prima battuta era stato chiesto di aspettare. Ma Caruso non aveva intenzione di attendere. Agli emissari di Alessio Caruso arrivati in prima battuta era stato chiesto di aspettare. Ma Caruso non aveva intenzione di attendere. E così ieri pomeriggio il creditore, arrestato per estorsione nel 2016 e condannato in via definita a 5 anni di reclusione, si è presentato nel garage di via XXVIII Maggio dove si svolge l’attività di raccolta scommesse. Alla richiesta di saldare il debito Pietro Mira ha ribadito il suo no dicendo a Caruso che avrebbe dovuto aspettare qualche giorno.
A questo punto, come avrebbe raccontato lo stesso Mira, Caruso si sarebbe avvicinato e forse con un tira pugni gli avrebbe sferrato un colpo al viso ferendolo. Pietro, ferito, è stato accompagnato in ospedale per medicare la ferita al volto. Prima all’ospedale Buccheri La Ferla e poi al Civico in chirurgia plastica. Nel frattempo il padre Camillo Mira e il figlio Antonio sono andati al tabacchi di Giancarlo Romano in corso dei Mille per cercare Alessio. Il padre era armato. Ne è nato un conflitto a fuoco e Camillo è rimasto ferito. Padre e figlio sono tornati di nuovo nella zona dei garage in via XXVII Maggio e sono stati raggiunti al quel punto da Giancarlo Romano e Alessio Caruso Al culmine di una lite c’è stata l’ennesima sparatoria. Romano è rimasto ucciso sull’asfalto mentre Alessio Caruso ferito in modo grave è stato portato in ospedale per essere sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.