CATANIA – Bambini che giocano negli scivoli e si inseguono tra gli alberi lanciandosi coriandoli, sorridendo e gridando festosamente. A pochi metri da loro, davanti al parco giochi, ci sono i bagni pubblici dove la sera del 30 gennaio scorso una 13enne è stata vittima di violenza sessuale di gruppo. I genitori li seguono attenti. Tutti sanno, pochi hanno voglia di parlare: “I bambini devono divertirsi, non devono vivere le nostre tensioni, sono piccoli e hanno diritto a divertirsi”, dice una mamma che insegue il figlio nel tentativo di fargli una foto.
“E però – osserva una coppia mentre spinge un passeggino – qua la sera c’è da avere paura. Oggi si vedono forze dell’ordine, la villa è quasi ‘blindata’ per la festa della patrona Sant’Agata, ma la sera è al buio e senza sorveglianza”. “Era prevedibile – ipotizza l’uomo -, era nell’aria: magari è già successo, ma non si ha avuto la forza e il sostegno per denunciare”. Qualche ragazza entra nei bagni, per utilizzarli, e si guarda attorno con attenzione.
Operatori fanno riprese e i cronisti cercano storie parlando con le persone presenti. Tutti sanno, sono solidali e sconcertati, ma cercano di non pensarci: “dobbiamo pensare ai nostri figli, che futuro stiamo costruendo per loro, che mondo gli lasceremo”. Le bancarelle della fiera di Sant’Agata occupano lo spazio centrale della Villa non distante dalla fontana d’ingresso, dove una volta c’erano i cigni bianchi, richiamo al ‘Cigno’ Vincenzo Bellini. Un venditore ambulante premette di “non essere razzista”, ma, dice, vorrebbe che “lo Stato si occupasse di queste persone che certi reati nel loro Paese non li commettono, qui invece sì: bisognerebbe intervenire per fare cambiare le cose”.
Una giovane mamma afferma di “avere ancora i brividi” dopo “avere appreso la notizia da una chat di mamme” che scrivono di avere “paura per il futuro dei loro figli”. Intanto la Villa Bellini continua a essere affollata in attesa dell’attimo clou della festa di Sant’Agata, la processione interna della città del fercolo. All’ingresso principale dei giardini pubblici nella centralissima via Etna uno striscione richiamo lo sguardo sul dramma della 13enne: ‘Sorella non sei sola, ci vogliamo Vive e Libere’.