ALTAVILLA MILICIA (PALERMO) – Un corteo di bambini e ragazze delle scuole ha accolto ad Altavilla Milicia le salme dei due fratelli, Emanuel di 5 anni e Kevin di 16, uccisi insieme alla madre Antonella Salamone. Della strage, avvenuta nel corso di un rito “per scacciare il demonio”, sono accusati il padre Giovanni Barreca e la sorella 17enne, che hanno confessato, e una coppia di santoni, Sabrina Fina e Massimo Caradente. Il sindaco del Comune di Altavilla Pino Virga ha proclamato il lutto cittadino e organizzato nella sede del consiglio comunale la camera ardente che resterà aperta fino alle 20 di questa sera. Le due bare sono state accompagnate in corteo fino alla sala Zucchetto del Comune. In tanti si sono recati per una preghiera e un saluto alle due vittime di un delitto che ha destato sconcerto e grande commozione in paese.
“La comunità è in ginocchio davvero, le ferite resteranno, non potremmo dimenticare questo orrore, dobbiamo guardare avanti e tornare a vivere – afferma il sindaco Pino Virga -. Il Comune ovviamente è vicino alla famiglia dal punto di vista emotivo e dal punto di vista materiale. Nelle prossime settimane quando saranno restituite le spoglie di Antonella Salamone organizzeremo un altro momento di condivisione”. Nella camera ardente allestita dal Comune è arrivato anche il comandante della stazione di carabinieri di Altavilla, Ettore Cannabona. “In questa fase è bene fare silenzio e la comunità è rimasta molto colpita da quanto successo – ha detto il maresciallo -. Ha toccato chi è intervenuto e quanti hanno dovuto subite tutto questo. Ero dentro la casa, ed è meglio non dire nulla. Scene forti e toccanti”. Alla camera ardente è andato anche l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. “Dobbiamo diffidare da quelli che dicono di essere guaritori o santoni, diffidiamo tutti. Ma è anche il segno di una fragilità mentale e la conseguenza forse di un’impostazione che noi occidentali ci siamo dati. Abbiamo rinunciato al vero volto di Dio e altri rischiano di prendere il sopravvento – ha detto l’arcivescovo -. Oggi dopo tutto questo abbiamo ancora bisogno di Dio”.
“Chiedo che in questi giorni nella nostra Arcidiocesi, specialmente durante l’Eucaristia, si preghi per le vittime della strage di Altavilla Milicia: Antonella, Kevin e Manuel e per i genitori e i parenti di Antonella”, ha continuato Lorefice. Il presule chiede a tutti i fedeli dell’arcidiocesi di pregare anche “per il pentimento e la conversione a Dio dei responsabili di questa assurda atrocità che ancora una volta ci ha posto dinnanzi a vite in macerie, ai cumuli del disagio sociale e delle fragilità umane, terreno fertile per i nuovi seduttori del fanatismo religioso che profanano il Volto e il Nome Santo di Dio, lento all’ira e grande nell’amore. Si elevino preghiere anche per la comunità di Altavilla Milicia fortemente provata e attonita dinnanzi a tanta violenza. Impegniamoci tutti per una convivenza umana pacifica, fraterna e giusta, sul fondamento della cura reciproca e della solidarietà perché non avanzi l’iniquità e non si raffreddi l’amore nei cuori di molti”.
“Ho detto a mia figlia che Emanuel è partito via. Si trova in un altro comune in Italia. E’ dovuto andare via perché il papà aveva trovato un altro lavoro. Che potevo dire a mia figlia di cinque anni”, ha detto la mamma di una compagna dell’asilo frequentato da Emanuel. “Ho letto quanto hanno fatto al bambino, al fratello e alla mamma – aggiunge in lacrime la donna -. Sevizie e torture. E’ impossibile tutto quello che è stato fatto, non si può accettare tanta violenza”. Sono davvero tanti quelli che hanno voluto dare l’ultimo saluto ai due fratelli Emanuel e Kevin. “Abbiamo tanta rabbia – dice un’amica della famiglia di Antonella Salamone -. Noi abbiamo figli e ai nostri figli ci teniamo. Noi vogliamo giustizia, ma di giustizia non ne vediamo”.
Intanto dall’ordinanza di custodia cautelare che dispone il carcere per gli assassini, Giovanni Barreca, Massimo Carandente e Sabrina Fina, emergono nuovi particolari sulla strage familiare. Kevin Barreca, infatti, avrebbe tentato di difendersi. Il ragazzino, sottoposto a un esorcismo insieme alla madre e al fratello, legato e seviziato prima di essere ucciso, è riuscito a mordere Sabrina Fina e a colpire con un calcio Massimo Carandente, la coppia di sedicenti ‘guaritori’. Ma la sua strenua difesa non gli ha salvato la vita.