PALERMO – Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Giovanni Barreca, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli di 16 e 5 anni Kevin ed Emanuel nel corso di un esorcismo nella sua casa ad Altavilla Milicia, e i suoi due complici Sabrina Fina e Massimo Carandente. I tre, fermati domenica per omicidio e soppressione di cadavere, sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese, che dovrà convalidare i provvedimenti restrittivi, per l’interrogatorio di garanzia. Il magistrato al termine dell’udienza si è riservato la decisione.
“Il mio cliente, che oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, è sotto choc. Non si rende conto di quel che è accaduto. Mi ha ripetuto che vuole bene alla sua famiglia”, ha detto l’avvocato Giancarlo Barracato. “Nella casa in cui sono avvenuti i fatti – ha aggiunto – continuano gli accertamenti. Avremo modo nei prossimi giorni di capire meglio. Barreca è una persona profondamente provata. Mi ha raccontato cose della sua famiglia e sostiene di aver fatto gli interessi dei suoi cari. Non si può parlare di pentimento proprio perché non capisce cosa è accaduto. Sorvola sui fatti”.
Sergio e Vincenzo Sparti sono invece gli avvocati di Carandente e Fina: “I nostri clienti sono in isolamento. Carandente ha riferito di essere stato minacciato e intimidito in carcere. Entrambi si dicono innocenti. Sono molto religiosi, la fede è totalizzante per loro – spiegano gli avvocati – e sono molto provati”. La coppa ammette di aver conosciuto Barreca ma sostiene che si tratti di una conoscenza molto recente. “C’è un fervore religioso totalizzante in loro – aggiungono – ma bisogna capire alcune cose, al momento non siamo entrati nel dettaglio dei fatti”.