CATANIA – Si professa innocente la 58enne agli arresti domiciliari per circonvenzione d’incapace e omicidio aggravato della prozia 80enne. Secondo la ricostruzione dell’indagata, assistita dagli avvocati Carmelo Peluso del foro di Catania e Lino Rovetta del foro di Vicenza, la donna avrebbe dato alle parente le cure di cui aveva bisogno e il cibo spezzettato come le veniva somministrato nella casa di cura. Dopo il pranzo ‘incriminato’ l’80nne era stata portata in ospedale per una piccola occlusione intestinale in codice verde ed era stata poi dimessa. Il nuovo testamento in favore della pronipote, si sottolinea dalla difesa, è stato redatto e firmato da un notaio che ha verificato la capacità di intendere e volere dell’80enne. L’interrogatorio di garanzia dell’indagata è stato fissato per il prossimo 28 febbraio.
I fatti risalgono al 2022: Maria Basso, non autosufficiente, era in una casa di cura di Aci Castello da circa quindici giorni. In un primo momento la morte è stata ricondotta a cause naturali, ma poi le indagini hanno permesso di scoprire un’altra versione legata al decesso avvenuto il 16 dicembre in seguito a gravi difficoltà respiratorie conseguenti all’aver mangiato cinque giorni prima cibi solidi per lei fortemente dannosi a causa delle patologie di cui era affetta, che le consentivano di nutrirsi solo attraverso cibi omogeneizzati. Una morte sospetta che ha fatto scattare le indagini, dalle quali sarebbe emerso che l’intera vicenda aveva avuto inizio il 4 settembre 2022, data dell’ottantesimo compleanno: in quella occasione l’anziana avrebbe organizzato per tramite un’amica di vecchia data, nominata anni prima sua procuratrice per il compimento di atti di ordinaria amministrazione, una festa con alcuni parenti. Tra gli invitati la madre dell’odierna indagata.
Alla festa si è presentata anche P. P., sebbene non fosse stata invitata e nonostante non avesse mai avuto rapporti frequenti con la prozia, mostrando nell’occasione un attaccamento quasi morboso. Circostanza che avrebbe insospettito i parenti dell’anziana. Da quel momento, con il suo atteggiamento ostentatamente disponibile e affettuoso, nell’arco di soli due mesi l’indagata avrebbe approfittato dell’affetto e dello stato di forte vulnerabilità della prozia, mostrando sin da subito un fortissimo interesse per il suo patrimonio, recandosi in diverse occasioni nella banca in cui l’anziana era titolare di conti correnti. Una situazione che ha indotto il direttore a presentare un esposto in Procura.
L’indagata sarebbe riuscita quindi a convincere l’anziana a revocare la procura generale anni prima rilasciata in favore dell’amica di vecchia data e, il successivo 2 dicembre 2022, dopo averle fatto trascorrere la notte presso una struttura ricettiva ad Asiago, avrebbe costretto l’anziana ad affrontare senza soste il gravoso viaggio in auto sino ad Aci Castello, trasferendola così nottetempo in una residenza per anziani. Per la lunga trasferta, inoltre, l’indagata non avrebbe neanche recuperato i farmaci che giornalmente la prozia assumeva.
I familiari di Maria Basso, allarmati per l’improvvisa scomparsa della loro cara, hanno sporto denuncia per il reato di “circonvenzione d’incapace”. Il progetto criminale della pronipote sarebbe stato portato avanti facendo dapprima sottoscrivere all’anziana una procura generale anche per il compimento di atti di straordinaria amministrazione in proprio favore e, il 9 dicembre 2022, facendo sottoscrivere un testamento pubblico con cui, revocata ogni precedente disposizione, la istituiva quale unica erede universale. Due giorni dopo, contravvenendo alle prescrizioni mediche, avrebbe portato fuori a pranzo l’anziana, facendole mangiare cibi solidi, che avrebbero provocato il decesso dopo giorni di sofferenze. Prima di morire avrebbe però raccontato tutto ai carabinieri, anche degli spaghetti che proprio la nipote le avrebbe fatto mangiare.
Un piano diabolico, secondo la ricostruzione degli inquirenti, per uccidere la prozia ottantenne e intascare l’eredità da parte della donna catanese. I carabinieri le hanno anche applicato il braccialetto elettronico. “Apprendiamo la notizia con soddisfazione, finalmente viene stabilito un punto fermo nelle indagini su questa triste vicenda. Per questo ringraziamo gli inquirenti per il complesso lavoro svolto e ci auguriamo che la giustizia possa fare il suo corso accertando le responsabilità che hanno portato al decesso della povera Maria Basso”, ha detto l’avvocato Alberto Rigoni Stern, legale di fiducia dell’ingegnere Mario Basso, cugino di primo grado dell’80enne morta ad Aci Castello, che aveva presentato un esposto ai Carabinieri ipotizzando il reato di circonvenzione di incapace nei confronti della familiare che era un’ex funzionaria della Farnesina in pensione.