Catania non ci sta. Lo stupro di gruppo ai danni di una 13enne nei bagni pubblici della Villa Bellini ha scosso le coscienze di tutti. E sono soprattutto i giovani che non riescono a tollerare l’orrore che si è consumato. Sabato sera, proprio alla Villa Bellini, nel pieno dei festeggiamenti per Sant’Agata, un centinaio di persone si sono radunate e hanno dato vita a una manifestazione spontanea promossa dai collettivi “Non una di meno”, “Spine nel fianco”, “Consultorio autogestito mi cuerpo es mio”, con tanto di striscione: “Sorella non sei sola. Ci vogliamo viv3 e liber3!”: GUARDA LE FOTO. Uno striscione che è stato poi appeso all’ingresso del giardino comunale.
“Apprendiamo con rabbia la notizia di una violenza di gruppo avvenuta dentro la Villa Bellini ai danni di una giovane donna di 13 anni – dicono i manifestanti -. Quello che più ci disgusta di casi come questo è l’incompetenza delle istituzioni e di tutte le figure preposte a gestire e divulgare questi avvenimenti. Per l’ennesima volta, i corpi delle donne e delle soggettività vengono strumentalizzate usando la violenza maschile per legittimare letture razziste e xenofobe di un fenomeno che è ben più strutturale nella nostra società tutta”.
“Nello specifico leggiamo con estremo sdegno le parole che sono state riprese da tutti i canali di comunicazione, e ovviamente anche da soggetti politici come Matteo Salvini, che puntano il dito sulla nazionalità degli aggressori, piuttosto che interrogarsi su quale sia la matrice della violenza di genere e maschile che sempre più spesso riaffiora nel dibattito pubblico e nella nostra quotidianità”, aggiungono. Sulla narrazione tossica riportano ancora: “Non ci interessa che gli aggressori vengano additati come mostri o peggio, perché non lo sono. Il problema è strutturale, lo diciamo a gran voce da anni: lo abbiamo detto nel caso dello stupro di gruppo a Palermo, lo abbiamo detto all’indomani del femminicidio di Giulia, e lo diciamo anche adesso”.
Sulle soluzioni aggiungono: “Ci sarebbero tante cose da dire: di come discutiamo incessantemente e senza sosta di prevenzione, di educazione sessuoaffettiva, di consenso, di bisogno di decostruire la cultura dello stupro. Queste cose le diciamo e le pratichiamo ogni giorno. Ma adesso siamo incazzate. Vogliamo vederci per gridare insieme, perché non succeda più a nessuna”.
La risposta da parte della città di Catania è stata ricca di emozioni e presenze. In centinaia a percorrere le strade della villa Bellini gridando a gran voce l’importanza di agire subito. Sulla manifestazione le organizzatrici dichiarano: “Non accettiamo che la violenza accaduta venga narrata come un caso isolato e improvviso, sono anni che chiediamo in tutti i modi di prendere sul serio la violenza di genere con fondi che vadano dall’educazione sesso-affettiva nella scuola ai fondi per aprire più case delle donne e alla infinità di sfumature di azioni da fare per prevenire la violenza di genere perché oggi è più che mai la normalità e non un fatto straordinario”.