CATANIA – La droga messa in un cesto legato a una corda, poi salita fino a casa del capo di una banda di spacciatori. E’ una tecnica di rifornimento scoperta dalla polizia di Catania con l’operazione “Locu”. Trecento agenti sono stati impegnati a eseguire un’ordinanza cautelare del Gip su richiesta della Dda per 41 indagati. I reati ipotizzati a vario titolo e con differenti profili penali sono associazione mafiosa con legami col clan Cappello-Bonaccorsi, traffico di stupefacenti, porto di armi da fuoco, spaccio di cocaina, crack, marijuana e hashish. Documentata la gestione di una grossa piazza di spaccio.
Nell’operazione ‘Locu’ sono state 42 le ordinanza firmate dal gip. Una persona è riuscita a sfuggire all’arresto. Sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere: Sergio Arangio, di 32 anni; Salvatore Bonvegna, di 44; Rosetta Buda, di 59; Lucio Condorelli, di 50; Filippo Crisafulli, di 62; Salvatore Crisafulli, di 46; Francesco Cultraro, di 38; Salvatore Cultraro, di 57; Umberto D’Antone, di 45; Giovanni Orazio Di Grazia, di 53. In manette anche Salvatore Di Maggio, di 40 anni; Giovanni Agatino Distefano, di 43; René Salvatore Distefano, di 34; Rocco Ferrara, di 46; Francesco Grillo, di 41; Piera Grillo, di 35; Andrea La Rosa, di 35; Gabriele Santo Longo, di 25; Salvatore Marino, di 34; Francesco Maugeri, di 35; Antonino Oscini, di 43; Mario Maurizio Providenti, di 50, Biagio Querulo, di 37 anni; Domenico Querulo, di 44; Jonathan Russo, di 29; Cristina Scavone, di 45; Giuseppe Spampinato, di 35; Giovanni Tomaselli, di 32; Giuseppe Tomaselli, di 48; Nicola Tomaselli, di 48; Salvatore Tomaselli, di 39; Santo Tomaselli, di 72; Gheorghe Laurentiu Trusca, di 30; Giuseppe Valuto Sciara, di 49; Giovanni Vecchio, di 26; Gaetano Venuto, di 34 anni. Agli arresti domiciliari sono stati posti: Carmela Fiorentino, di 63 anni; Francesco Palazzolo, di 50; Gianluca Pittera, di 36 Ignazio Testa, di 60; Francesca Sara Tomaselli, di 24.
Le indagini, avviate nel maggio del 2020 attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e videoregistrazioni, hanno portato alla scoperta di un gruppo dedito al traffico e allo spaccio di cocaina, crack, marijuana e hashish che, da anni, gestisce una grossa piazza di spaccio nel quartiere San Cristoforo, allestita nella zona tradizionalmente chiamata Locu, presidiata da esponenti del clan Cappello-Bonaccorsi. E’ stato documentato come le cessioni di droga avvenissero sia in strada sia all’interno di alcune case gestite dall’organizzazione. Accertati centinaia di episodi di spaccio anche tramite l’impiego di agenti sotto copertura.
Ricostruito il gruppo di pusher che, sotto la direzione dei capi promotori (Nicola Tomaselli, Salvatore Marino, inteso “Cià cià”, e Francesco Cultraro) si alternavano su vari turni orari nell’arco delle giornata, nella cessione minuta di cocaina e crack allestita nelle case di spaccio nelle vie Bonfiglio, delle Calcare e Testulla, punti di smercio delle droghe tra i più importanti dell’intero quartiere San Cristoforo.
La piazza di spaccio veniva rifornita di cocaina attraverso tre distinti canali di approvvigionamento. Il primo, riconducibile all’articolazione del clan Cappello-Bonaccorsi, che gestisce le piazze di spaccio a San Cristoforo, capeggiata da Domenico Querulo, inteso “Domenico da zà Lina” e che sarebbe composta, tra gli altri, anche da Filippo Crisafulli, inteso “Candeggina”, i quali agivano con la collaborazione di Francesco Maugeri inteso “Ciccio a pà”, Biagio Querulo, inteso “Gino da zà Lina”, e Francesco Grillo.
Il secondo canale attraverso il quale arrivava la droga è riconducibile a un’altra frangia del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi i cui vertici sono rappresentati da Rocco Ferrara e Giovanni Agatino Distefano, inteso “Giuvanneddu cammisa”, aiutati dal fratello di quest’ultimo, Renè Salvatore Distefano. Infine, un terzo gruppo è riconducibile al grossista di cocaina Giovanni Orazio Di Grazia, figlio del più noto Orazio Di Grazia, 77 anni, esponente del clan mafioso Laudani. Giovanni Orazio Di Grazia, avvalendosi del suo corriere Ignazio Testa, riforniva con svariati chili di cocaina la piazza di spaccio del Locu, recapitandoli al capo-piazza, Nicola Tomaselli. Nel corso dell’operazione sono stati effettuati diversi sequestri di droga: oltre 700 grammi di cocaina e un chilo di marijuana.
Le tre zone dello spaccio assicuravano introiti per oltre 20 mila euro al giorno, smerciando un chilo di cocaina in 24 ore. Secondo quanto reso noto, sarebbero state indipendenti l’una dall’altra, ma interconnesse. Ognuna avrebbe avuto un ‘capo piazza’ per turno e sarebbero state coordinate da Nicola Tomaselli – tra le persone raggiunte dal provvedimento restrittivo – che si sarebbe occupato dell’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti.