CALTANISSETTA – Cinque medici sono indagati per la morte di Lino Lacagnina, il giornalista de “La Sicilia” morto il 24 febbraio del 2023 all’età di 74 anni all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, subito dopo essere stato sottoposto a un intervento di chirurgia vascolare. Il sostituto procuratore Simona Russo ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per tre chirurghi vascolari e un radiologo interventista dell’ospedale Sant’Elia e un primario di chirurgia vascolare di Udine che era presente al momento dell’intervento.
A presentare denuncia erano state la moglie e le sorelle del giornalista assistite dagli avvocati Vincenzo Toscano e Aldo Bellomo. I cinque medici sono indagati per omicidio colposo, aggravato dal non avere seguito le linee guida. Secondo la tesi della Procura di Caltanissetta i chirurghi vascolari avrebbero operato in violazione delle linee guida della Società italiana di chirurgia vascolare “cagionando la morte di Lino La Cagnina verificatasi a seguito di trattamento endovascolare di aneurisma toraco-addominale senza menzione di rottura”.
L’intervento, scrive la procura, “è stato effettuato sulla base del referto della Tac toraco-addominale eseguita il 5 ottobre del 2022”, ovvero 4 mesi prima del decesso, “nel quale è stato erroneamente indicato che l’aneurisma toraco-addominale aveva dimensioni sovrapponibili a quelle di esami pregressi, senza effettuare invece entro un mese precedente l’intervento l’intera valutazione multidisciplinare”.
Inoltre a tre chirurghi vascolari viene contestato anche il reato di falsità materiale in atti pubblici. Secondo la Procura infatti avrebbero omesso di scrivere nel registro operatorio la presenza in sala del professore di Udine intervenuto come tutor. I cinque medici sono assistiti dagli avvocati William Giacalone, Sergio Iacona, Giacomo Butera e Rosaria Sammartino