CALTANISSETTA – Operazione antimafia della polizia di Caltanissetta che ha arrestato 54 persone in tutta Italia. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione e traffico di stupefacenti. Reati aggravati dalla disponibilità di armi, anche da guerra, ed esplosivi. All’operazione hanno preso parte 500 agenti di diversi uffici della polizia che hanno eseguito anche perquisizioni alla ricerca di armi e droga.
“Quella di oggi è un’operazione particolarmente rilevante non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. Emerge una Cosa nostra che fa affari, tratta droga, ha notevoli disponibilità di armi e delibera di uccidere, se necessario, e anche per manifestare la sua potenza – ha detto il procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca -. Gela ha una sua specificità su tutto il territorio regionale, ma anche nazionale. Un territorio dove vi sono due famiglie mafiose, Rinzivillo ed Emanuello e in più la Stidda. Le tre compagini criminali hanno raggiunto un’intesa, una pax mafiosa ormai da tempo, e questo è anche merito delle forze dell’ordine perché quando le organizzazioni mafiosi sentono la pressione da parte dello Stato tendono a compattarsi”.
“Desta particolare preoccupazione – ha sottolineato il procuratore di Caltanissetta – la presenza di armi. Il territorio del distretto registra una quantità di armi assolutamente maggiore di qualunque altro territorio nazionale. Nel corso di questa operazione è stato sequestrato un ordigno esplosivo, ed è emersa, sia dalle dichiarazioni di un collaboratore sia dalle intercettazioni, la disponibilità di uno degli indagati di un kalashnikov, che usato da persona che sa come usarlo può anche bucare una autovettura blindata. Emergono altresì le disponibilità di pistole e un fiorente mercato delle armi. Bastano a quanto pare 2.500 euro per avere un Kalashnikov”.
“Uno dei soggetti di maggiore caratura dell’operazione è Giuseppe Tasca, reggente della famiglia Rinzivillo, un soggetto che ha espiato decine di anni di carcere. Questo conferma ulteriormente ciò che è stato detto in numerose altre occasioni – continua De Luca -. Che tranne eccezioni rarissime, da Cosa nostra non si esce perché c’è una sub cultura mafiosa e l’orgoglio di appartenervi. Ci sono soggetti che dopo anni di carcere, uscendo, riprendono le attività sul territorio. Anzi qualora vengano arrestati soggetti di livello non apicale, scontando anni di carcere senza battere ciglio e senza collaborare, escono con un titolo in più. E’ il caso di Giuseppe Tasca. Abbiamo indizi per ritenere che egli sia divenuto il reggente della famiglia Rinzivillo di Gela”.
“Questa operazione – ha sottolineato ancora De Luca – conferma che Cosa nostra non è mafia liquida, non è un comitato di affari. Sì, fa gli affari, ma c’è una riserva di violenza nel dna dell’associazione che è pronta a entrare in azione qualora le normali attività economiche non siano sufficienti. La riserva di violenza è sempre presente e Cosa nostra non può che ribadirla se vuole affermarci come associazione criminale. Da tutto il quadro generale emerge una Cosa nostra che fa affari, tratta droga, ha disponibilità di armi e delibera di uccidere se necessario e anche per manifestare la sua potenza. Vi è anche oggi però la piena presenza dello Stato. Abbiamo il controllo del territorio e lo dico con orgoglio. Spero che, tenuto conto delle priorità dell’ufficio che rappresento, impegnato come è noto a 360 gradi sulle indagini delle stragi del ’92 e sul controllo attuale del territorio, non manchino le risorse per far fronte a questo duplice impegno, assicurare l’incolumità dei cittadini e cercare di accertare quello che è successo nel ’92”.
Questi i nomi dei 54 arrestati: Giuseppe Tasca, 51 anni di Gela, Ignazio Agrò, 64 anni di Agrigento, Massimiliano Astuti, 39 anni di Gela, Gianluca Attardo, 42 anni di Agrigento, Salvatore Azzarelli, 46 anni di Gela, Giuseppe Borgese, 28 anni di Reggio Calabria, Benedetto Giuseppe Curvà, 37 anni di Gela, Alberto Pasquale Di Dio, 30 anni di Gela, Crocifisso di Gennaro, 42 anni di Gela, Giacomo Di Noto, 42 anni, di Gela, Giuseppe Domicoli, 42 anni, di Gela, Maurizio Domicoli, 58 anni, di Gela, Vincenzo Donzella, 37 anni di Gela, Gioacchino Giorgio, 37 anni di Agrigento, Rosario Greco, 57 anni di Gela, Rocco Grillo, 31 anni di Gela, Manuel Ieva, 43 anni di Gela, Giuseppa Lauretta, 52 anni di Gela. Loredana Marsala, 42 anni di Agrigento, Marius Vasile Martin, romeno di 32 anni, Vincenzo Mazzola, 23 anni di Palermo, Salvatore Mezzasalma, 57 anni di Gela, Diego Milazzo, 29 anni di Agrigento, Morena Milazzo, 37 anni, di Gela, Orazio Monserrato, 32 anni di Gela, Salvatore Nocera, 35 ani di Gela, Mohamed Matar Hassan Omar, egiziano di 37 anni, Nicola Palena, 42 anni di Gela, Fabio Palumbo, 45 anni di Gela, Emanuele Pantano, 40 anni, di Gela, Andrei Pascal, romeno di 38 anni, Giuseppe Pasqualino, 32 anni, di Gela, Alessandro Emanuele Pellegrino, 33 anni di Gela, Raffaele Pepè, 27 anni di Reggio Calabria, Alessandro Peritore, 32 anni di Gela, Calogero Orazio Peritore, 40 anni di Gela, Raffaele Antonio Rapicavoli, 46 anni, Mirko Salvatore Rapisarda, 41 anni di Gela, Giovanni Rinzivillo, 35 anni di Gela, Rocco Rinzivillo, 34 anni di Gela, Samuele Rinzivillo, 40 anni di Gela, Vincenzo Romano, 36 anni di Gela, Francesco Davide Scicolone, 34 anni di Gela, Carmelo Scilio, 49 anni, Giuliano Giovanni Scordino, 27 anni, di Catania, Luigi Scuderi, 35 anni di Catania, Giuseppe Sicurella, 24 anni di Catania, Giuseppe Sinatra, 28 anni, di Gela, Antonio Solazzo, 35 anni, Salvatore Taormina 50 anni di Palermo, Giuseppe Terrasi, 45 anni, di Agrigento, Mario Tomaselli, 67 anni di Catania, Giacomo Tumminelli, 40 anni di Gela. Un altro indagato è attualmente ricercato.