Una serata da dimenticare. In campo e soprattutto fuori. Il Catania perde per 2-1 la finale di andata della Coppa Italia di Serie C, ma la sconfitta a Padova non è la notizia peggiore della serata. Gli incidenti verificatisi nell’intervallo all’Euganeo (ne parliamo in un articolo a parte) segnano la partita e un appuntamento comunque storico per gli etnei, alla loro prima finale di coppa. Scontri che macchiano una sfida attesa da settimane e rischiano di compromettere anche la gara di ritorno, quando gli etnei potrebbero trovarsi a giocare in campo neutro o a porte chiuse e dunque senza l’aiuto di un pubblico che di certo avrebbe gremito il Massimino.
Un ko con il minimo scarto è di per sé rimontabile, anche se contro un avversario di spessore superiore al Rimini affrontato in semifinale, ma certo non sarà semplice per una squadra come quella etnea, che evidenzia difficoltà note riuscendo a limitare i danni grazie a un gol scaturito da palla inattiva nell’unica occasione in cui i rossazzurri hanno trovato la porta avversaria. Il colpo di testa di Monaco su corner di Peralta, due tra i più positivi, entrambi subentrati, tiene viva la fiammella della speranza per la vittoria del trofeo, ma non cancella i segnali di difficoltà palesati ancora una volta dal Catania, soprattutto nel primo tempo.
Schierata con un 4-3-3 nel quale si rivedono Quaini in difesa e Di Carmine in attacco, la squadra di Zeoli ha un brutto approccio alla gara, manca di intensità e si fa sorprendere troppo facilmente in difesa. Il Padova è sul 2-0 dopo appena 25′. Il primo gol lo segna Palombi, dimenticato in area da Quaini, a conclusione di un contropiede nato da una palla persa banalmente a centrocampo da Ndoj. Il raddoppio è di Crisetig, lasciato libero di inzuccare in porta un corner di Radrezza.
Il Catania fatica a reagire, è lento e disordinato e si sistema un po’ solo nella ripresa, grazie ai cambi di Welbeck al posto di Ndoj, decisamente bocciato nel ruolo di play, di Monaco per Curado e poi di Peralta per Sturaro, autore di un’altra prova opaca. In avvio di ripresa il Padova sfiora comunque il tris con un tiro di Radrezza dal limite che si perde d’un soffio fuori, poi l’incontro, condizionato anche dal silenzio sugli spagli dopo gli incidenti nell’intervallo, sembra spegnersi con i padroni di casa a gestire il vantaggio e gli ospiti privi della forza offensiva necessaria per riaprire il match.
Ci pensa il colpo di testa di Monaco (foto Catania Fc Facebook) a tenere aperti i giochi in vista della finale ritorno, quando però mancherà Welbeck, espulso nel recupero con l’ausilio del var per un’entrata scomposta su Bortolussi. Un rosso che, purtroppo, con ogni probabilità non sarà l’unica eredità pesante di una serataccia.
PADOVA-CATANIA 2-1
PADOVA (4-2-3-1): Zanellati; Kirwan, Delli Carri, Perrotta, Villa; Varas, Crisetig; Capelli (20′ st Fusi), Radrezza (25′ st Bianchi), Palombi (20′ st Tordini); Zamparo (25′ st Bortolussi). In panchina: Donnarumma, Mangiaracina, Belli, Crescenzi, Liguori, Grosu, Favale, Cretella, Faedo. Allenatore: Torrente.
CATANIA (4-3-3): Furlan; Rapisarda, Curado (1′ st Monaco), Quaini, Castellini; Sturaro (12′ st Peralta), Ndoj (1′ st Welbeck), Zammarini; Chiricò (31′ st Chiarella), Cicerelli, Di Carmine (26′ st Costantino). In panchina: Donato, Albertoni, Haveri, Kontek, Celli, Marsura, Cianci. Allenatore: Zeoli.
ARBITRO: Perri di Roma.
RETI: 12′ pt Palombi, 25′ pt Crisetig, 32′ st Monaco.
NOTE: spettatori 5.485 per un incasso paganti di 50.007 euro. Espulso Welbek al 48′ st per gioco scorretto. Ammoniti Sturaro, Kirwan, Bianchi. Angoli: 4-2 per il Catania; Recupero 0′ e 4′.