Nuova cura per Parkinson: 2 catanesi prime pazienti

di Nuccio Sciacca. Oasi di Troina adotta dispositivo sottocutaneo

Sono più di trecentomila in Italia, di cui diecimila in Sicilia, i pazienti con malattia di Parkinson ma si tratta di un numero che, secondo i neurologi, è destinato ad aumentare rapidamente, con almeno seimila nuovi pazienti all’anno, di cui la metà ancora in età lavorativa. Un problema notevole, quindi, non solo sul piano sanitario ma anche sociale. Il Parkinson, del resto, è il secondo disordine neurodegenerativo, in termini di frequenza, dopo l’Alzheimer. La malattia, che è leggermente più frequente nel sesso maschile rispetto al femminile, si combatte in Sicilia con uno strumento in più. E’ quello che ha introdotto nel proprio piano di terapia l’istituto di ricerca a carattere scientifico Oasi di Troina.

Si tratta di un innovativo dispositivo sottocutaneo per la gestione del Parkinson. L’Oasi è tra i primi centri in Italia ad averlo impiantato. Le prime pazienti sono due donne originarie della provincia di Catania di 67 e 75 anni. “Le due donne affette da questa patologia in forma avanzata – spiega Pietro Marano, direttore del reparto di neuroriabilitazione e referente aziendale del Pdta interaziendale Oasi/Asp di Enna per il Parkinson e i parkinsonismi – sono state ricoverate all’interno del nostro istituto per aggiornare la terapia farmacologica e iniziare un programma riabilitativo intensivo (riabilitazione, logopedia, terapia occupazionale, neuropsicologia, realtà virtuale), seguite da un team. Da 60 anni la molecola dedicata alla patologia è la L-Dopa che poi viene trasformata, con un complesso meccanismo biochimico, in dopamina (vera benzina per il nostro cervello e carente nella patologia). La durata nel nostro organismo di ogni singola somministrazione di L-Dopa è di circa 2/3 ore, poi degrada e termina la sua funzione provocando dei fastidiosissimi stati, chiamati ‘off’ che portano anche a rovinose cadute con conseguenze gravi per i pazienti. L’innovazione di questo trattamento consiste nel fatto che il farmaco, adatto per una forma avanzata e adesso sintetizzato chimicamente in formulazione liquida e chimicamente stabile, viene inoculato attraverso una pompa che, attraverso un cateterino che termina in una microcannula, inserita in sottocute e sostituita periodicamente, riversa anche nelle 24 ore il prodotto, ponendo fine ai fastidiosissimi stati di ‘off’ e di ‘wearing off’ (caduta improvvisa dell’efficacia del farmaco), rendendo così anche facile superare la notte per i pazienti che, in condizioni di privazione del farmaco o di somministrazioni orali inefficaci, rendeva il sonno discontinuo ed infastidito da dolori continui soprattutto agli arti inferiori”.

Il Parkinson è causato dalla perdita di neuroni dopaminergici, responsabili della produzione di dopamina, il neurotrasmettitore fondamentale per il controllo dei movimenti. Attualmente non esiste una cura definitiva per il Parkinson, ma ci sono protocolli terapeutici e tecniche mirate a migliorare la qualità di vita dei pazienti.

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