SIRACUSA – La polizia ha eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto della Procura distrettuale antimafia di Catania nei confronti di quattro siracusani accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa e porto illegale di armi. Nel corso dell’operazione, in seguito ad alcune perquisizioni, sono stati fermati altri due uomini vicini all’organizzazione, per detenzione illegale di armi e droga. L’indagine della sezione investigativa del Servizio centrale operativo di Catania e dalla Squadra mobile di Siracusa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, avrebbe accertato la riorganizzazione del gruppo mafioso della Borgata a Siracusa “ritenuto clan satellite dell’associazione mafiosa denominata Bottaro-Attanasio riscontrandone l’escalation criminale, conclamatasi nell’uso indiscriminato delle armi”.
Tra i fermati c’è anche Giuseppe Guarino, 41 anni, ritenuto dalla Dda di Catania il reggente del gruppo criminale Borgata. E’ accusato di essersi occupato della gestione dell’associazione impartendo gli ordini e di essere una diretta espressione del capomafia Alessio Attanasio, che è detenuto. Oltre a lui la Squadra Mobile di Siracusa e lo Scico di Catania hanno fermato altre tre persone ritenute appartenenti alla stessa organizzazione mafiosa. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e del sostituto Fabrizio Aliotta della Dda di Catania che hanno coordinato le indagini. Durante l’operazione la polizia, oltre a eseguire i quattro fermi, ha eseguito delle perquisizioni e arrestato in flagranza di reato due persone, padre e figlio, trovate in possesso di armi, munizioni e droga.
Il gruppo denominato Borgata si sarebbe occupato a Siracusa di traffico di droga, gestione di bische clandestine, anche con l’uso delle armi. I provvedimenti eseguiti riguardano oltre a Giuseppe Guarino, 41 anni, Steven Curcio, 21 anni, Corrado Piazzese, 46 anni e Luigi Scollo, 45 anni, tutti siracusani. Guarino, reggente del gruppo, avrebbe ricevuto l’investitura da parte di Alessio Attanasio. Secondo quanto ricostruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania il gruppo si sarebbe occupato di “assistenza familiare ai detenuti, il pagamento degli stipendi ai sodali, la mutua assistenza con altre organizzazioni criminali, l’attivismo dei sodali in carcere e persino la cooptazione di alcuni appartenenti a clan di schieramenti opposti nel gruppo della Borgata”.
Secondo gli investigatori la disponibilità di armi e di immobili dove nasconderle, avrebbe permesso di “accrescere la forza intimidatrice e riaffermare ove necessario la propria egemonia sul territorio”. Dalle indagini sarebbero emersi diversi episodi: lo scorso mese una spedizione punitiva ai danni di un siracusano: colpi di arma da fuoco sarebbero stati esplosi contro la sua abitazione per “un alterco con uno dei sodali a causa di un pregresso debito”. I colpi d’arma da fuoco erano stati esplosi alla finestra dell’abitazione della vittima dove vi era la luce accesa. In un garage gli agenti dello Scico di Catania e dalla Squadra Mobile di Siracusa hanno trovato due pistole, munizioni e un cospicuo quantitativo di droga. Durante la notte, nel corso di altre perquisizioni, sono stati arrestati un padre e un figlio “vicini all’organizzazione per detenzione illegale di droga e armi”: trovate sei pistole, circa 6 chili di hashish, munizionamento vario, materiale da confezionamento e giubbotti antiproiettile.