Diventano 11 i tifosi etnei arrestati dopo i tafferugli di Padova-Catania, finale di andata della Coppa Italia di Lega Pro. Altri tre ultras rossazzurri sono stati individuati dalla Digos dopo una attenta visione delle immagini degli scontri, due sono stati fermati a Catania, entrambi 32enni, e uno in Toscana. Ieri sera a Catania erano stati arrestati un 34enne e un 42enne, entrambi con precedenti specifici e già sottoposti in passato a Daspo; un altro tifoso etneo era stato fermato a Venezia, dove lavora. Durante una perquisizione in uno zaino sono stati trovati gli indumenti utilizzati dal 34enne e dal 42enne per non farsi identificare. Anche loro sono ritenuti responsabili di violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, di scavalcamento e invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive.
Il bilancio degli incidenti è di 8 agenti feriti, di cui quattro della Digos e quattro del reparto mobile. I primi tre fermati per resistenza aggravata sono stati due 40enni e un 41enne con precedenti a vario titolo per associazione mafiosa, rapina, stupefacenti, reati da stadio, reati contro la persona e contro il patrimonio e già destinatari di Daspo. Una quarta persona è stata arrestata mentre ieri mattina si stava imbarcando su un volo per Edimburgo in partenza dell’aeroporto di Milano Linate. Il quinto uomo, un pluripregiudicato 45enne, è stato fermato al suo arrivo all’aeroporto di Catania.
Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, i disordini sono scoppiati quando un ultras catanese, uno dei tre fermati ieri sera, ha aperto la porta della curva, che avrebbe dovuto essere chiusa. Da alcune immagini video acquisite dalla polizia (vedi sotto), si vede la persona in questione scavalcare una recinzione in curva Nord, prossima al settore tribuna Est, presidiata da un solo steward aprendo il varco attraverso un maniglione.
Da lì una sessantina di facinorosi si sono recati sotto il settore che ospitava il tifo organizzato dei padroni di casa, gemellati con il Palermo, per sottrarre alcuni striscioni. Ne è scaturito un lancio di fumogeni e petardi prima dell’intervento della polizia. Ad avere la peggio è stato il dirigente della polizia responsabile del servizio, ricoverato in terapia intensiva a Padova per un malore cardiaco.
Alla stazione ferroviaria di Padova, in occasione della partenza degli ultras rossazzurri con il convoglio delle 23, sono state eseguite operazioni di prefiltraggio con sequestri di aste non regolamentari, fumogeni e petardi. Sono inoltre stati fatti acquistare biglietti a 23 persone prive di titolo di viaggio. Ulteriori accertamenti sono in corso per adottare altri eventuali Daspo.
Il sindaco di Catania, Enrico Trantino, ha sentito telefonicamente in mattinata il primo cittadino di Padova Sergio Giordani per esprimere, come si legge in una nota, “il più sentito rincrescimento e manifestare la solidarietà della città etnea per le gravi intemperanze che sono registrate ieri sera nello stadio Euganeo per la finale di andata della Coppa Italia di Lega Pro. Il primo cittadino di Catania ha espresso al sindaco patavino il disappunto suo e della larghissima maggioranza dei catanesi verso gli inescusabili atti di teppismo e violenza che purtroppo hanno colpito anche le forze dell’ordine in servizio per tutelare l’ordine pubblico. Il sindaco etneo ha confermato stima e amicizia nei confronti della città di Padova e che questi atti vanno considerati dei fatti isolati a opera di mascalzoni, estranei al buon senso e ai valori della convivenza civile”.
Anche l’assessore comunale allo Sport, Sergio Parisi, attraverso un comunicato ha stigmatizzato l’accaduto: “I fatti accaduti a Padova gettano un’ombra negativa sulla grande dimostrazione di affetto da parte dei tifosi rossazzurri, arrivati a Padova da ogni parte del nord Italia e dalla Sicilia. Il comportamento di pochi rischia di vanificare l’effetto positivo della prima finale importante nella storia di Catania calcistica e comporta un grave danno di immagine per tutta la città. Esprimiamo forte disappunto per il comportamento di questa parte marginale della tifoseria etnea e ribadiamo massima vicinanza e solidarietà alle forze dell’ordine; al contempo, sosteniamo lo sforzo che l’attuale proprietà del Catania ha compiuto per fare ripartire il calcio e che non può essere vanificato da comportamenti delinquenziali. I responsabili vanno puniti, come stabiliscono le norme, senza che questo mortifichi, tuttavia, la passione sportiva e il grande affetto della stragrande maggioranza dei sostenitori rossazzurri, protagonisti in positivo riempiendo sempre gli spalti, seppure con risultati non sempre all’altezza delle aspettative”.
“Le scene di ieri allo stadio Euganeo sono inaccettabili – ha detto, dal canto suo, il sindaco di Padova, Sergio Giordani -, la violenza va sempre condannata con massima severità e per nulla si addice a momenti di sport che devono portare con sé valori di condivisione e amicizia. Massima solidarietà agli agenti delle forze dell’ordine rimasti feriti e un ringraziamento per il lavoro egregio svolto che ha evitato conseguenze peggiori. Ora sotto la regia del questore, tutti ci impegneremo per evitare in futuro simili situazioni”.