CATANIA – “Preferiti i tanti voti facili degli ultimi arrivati ai pochi ma genuini degli storici e coerenti militanti. Da tempo denuncio pubblicamente quanto sta accadendo nella Lega in Sicilia e per tutta risposta sono stato isolato e addirittura l’attuale commissario del partito regionale, il sottosegretario Claudio Durigon, ha proposto la mia espulsione dal partito, votata anche dall’onorevole Stefano Candiani, che la Sicilia dovrebbe conoscerla molto bene”. L’avvocato Fabio Cantarella, fondatore della Lega in Sicilia, commenta l’inchiesta Pandora della Procura di Catania in cui è indagato per corruzione il vicegovernatore e assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino della Lega.
“Questo – aggiunge Cantarella – solo perché sono stato costretto a lanciare l’allarme sulla stampa dopo che, violando le norme dello Statuto, mi hanno escluso da ogni riunione nonostante io, da fondatore della Lega in Sicilia, per Statuto sia membro dell’assemblea e del direttivo regionale. Durigon ha ereditato gli errori commessi da Matteo Salvini, a sua volta mal consigliato dall’onorevole Anastasio Carrà. Avevo messo in guardia Salvini anche con numerosi e puntuali messaggi e mi è caduto dal cuore e dalla mente quando per chiudere il discorso mi ha risposto testualmente ‘più processi ha e più mi sta simpatico’”.
Cantarella è maro: “Quello che ho subito io solo per aver chiesto attenzione sui temi della legalità e della trasparenza non lo auguro a nessuno. Merita qualificata verifica anche quanto è accaduto in occasione della composizione dell’ultima giunta a Catania. Il segretario federale Matteo Salvini e l’allora commissario regionale Annalisa Tardino entrarono in municipio nella stanza del sindaco Enrico Trantino e indicarono il mio nome quale secondo assessore della Lega. Da quel momento iniziarono delle pressioni inaccettabili da parte di Luca Sammartino che ha preteso e ottenuto che il mio nome venisse escluso. Ho il diritto di sapere cosa accadde, che tipo di pressioni ci furono per costringere un leader come Salvini a rimangiarsi il suo libero convincimento”.