CATANIA – Un’irruzione degli studenti ha interrotto un convegno ospitato oggi dall’ateneo di Catania nell’aula magna del rettorato, dal titolo “La disforia di genere nei minori e la carriera alias negli istituti scolastici: questioni mediche, antropologiche e giuridiche”, organizzato dall’associazione “Scienza e vita”. Circa cento ragazzi che fanno parte del coordinamento “Spine nel fianco” (organizzazione etnea attiva su temi come violenza di genere e formazione) sono entrati poco dopo l’inizio e hanno esposto striscioni con scritto “Fuori la transfobia da Unict!”, esprimendo dissenso sull’iniziativa e sui partecipanti, tra i quali l’arcivescovo Luigi Renna e la senatrice Paola Binetti di Forza Italia (“già nota per le sue dichiarazioni contro l’aborto e la comunità LGBTQ+”, sottolineano gli studenti manifestanti). Domani è invece prevista la presenza del sindaco Enrico Trantino.
“È vergognoso, oltre che preoccupante, che l’ateneo di Catania ospiti un convegno così pericoloso nei contenuti – dicono gli studenti che hanno interrotto il convegno -; allo stesso tempo Unict si dichiara luogo di inclusione e contro ogni forma di discriminazione di genere. Serve prendere chiaramente le distanze da queste posizioni e una volta per tutte non avallare un evento che prevede come unici partecipanti associazioni e personalità ben note per le loro posizioni anti-scelta e discriminatorie. Infatti il convegno esclude la comunità studentesca e le persone LGBTQ dalla possibilità di esprimersi sullo stesso piano, eppure siamo noi le dirette interessate di questa discussione. Proprio quello che dovrebbe essere un luogo di formazione e crescita si presta invece a narrazioni discriminatorie e contro la libertà delle persone”.
Il convegno è stato chiuso anticipatamente e l’aula è stata sgomberata. “Noi non abbiamo intenzione di rimanere in silenzio né di accettare passivamente tutto ciò – continuano i ragazzi -. Abbiamo detto chiaramente che questo incontro non è ammissibile. Hanno provato a nascondere dietro una finta presentazione l’attacco al diritto di vivere libere di persone LGBTQ+, per questo abbiamo impedito che venisse promossa una narrazione discriminante e transfobica come se nulla fosse, come se non si stesse parlando della vita delle persone e come se queste non abbiano voce in capitolo”. Il convegno era patrocinato dal forum delle associazioni familiari di Catania e Asp. Dopo la chiusura gli studenti sono rimasti nell’aula magna in assemblea permanente, fissando l’appuntamento per domani alle 9 davanti al rettorato, dove dovrebbe svolgersi la seconda giornata del convegno.
Sull’episodio la sconcertata testimonianza di Salvatore Litrico, responsabile provinciale del dipartimento giustizia della Dc: “Ho assistito a una forma di violenza contro la democrazia davvero raccapricciante. Avrei voluto prendere parte al convegno, ma purtroppo la presenza massiccia e ben organizzata di decine di persone (alcuni ragazzi e molti no) ne hanno impedito l’inizio. Hanno occupato nel vero senso del termine l’aula magna, salendo sulle poltrone e sbandierando striscioni con slogan ostili e intonando cori da stadio contro i relatori, le associazioni che avevano organizzato il convegno, dando dei fascisti a tutti e persino contestando la presenza dell’arcivescovo, invitato per i saluti. Dopo circa due ore di inutili tentativi di richiamo a toni civili e proposte di confronto, furti di microfoni per leggere dichiarazioni contro i relatori e le associazioni promotrici dell’evento, nella disarmante inerzia dell’istituzione (l’Università) che ospitava il convegno, lo stesso è stato sospeso e l’aula magna lasciata all’occupazione dei contestatori che hanno poi esposto le loro lenzuola anche fuori dalle finestre che affacciano su piazza Università”.
Litrico continua: “Infiltrato tra contestatori ho provato a spiegare loro che, a prescindere dalle contrapposte posizioni, non è condivisibile nessuna forma che impedisca di esprimerle in quanto già di per sé̀ un simile comportamento contraddice quegli ideali di libertà in nome dei quali si avvia la contestazione, ma nessuno dei miei interlocutori sembrava interessato ed anzi mi è stato candidamente confessato che il loro intento era boicottare il convegno e che erano felici di esservi riusciti. Dal che ho concluso che i veri fascisti sono quelli che accusano gli altri di esserlo”.
Fortemente critica con i manifestanti anche la giornalista Valentina La Ferrera: “Ero presente in aula e posso testimoniare con video molto chiari quanto sia accaduto. Ciò che ho visto è stata solo violenza. Con fare aggressivo sono stati buttati fuori tutti i presenti ancor prima che i relatori potessero iniziare a parlare. Al termine era previsto un dibattito, nel quale i giovani avrebbero potuto esprimere il loro punto di vista, ma una ragazza transgender ha cominciato a leggere, urlando, il suo discorso. Tutti abbiamo ascoltato in silenzio, dopo di ciò ci hanno spinto verso l’esterno dell’aula con grande prepotenza. Ho visto un anziano prof universitario piangere e un giovane sacerdote straniero essere deriso. Uno mi ha detto che nessuno poteva parlare perché le opinioni si diffondono e poi diventano leggi. Ci si è dovuti scusare con gli importanti relatori arrivati dal Nord Italia e abbandonare l’università per volere di scalmanati”.